Inviata una lettera al presidente dell’Isvap, Giancarlo Giannini, e alle istituzioni politiche e parlamentari. Ma nella riunione di giunta di questo pomeriggio si è deciso anche che…..
Si è conclusa nel tardo pomeriggio di oggi la riunione della giunta esecutiva dell’Unapass, tenutasi a Bologna. Al centro della discussione, ovviamente, il recente decreto sulle liberalizzazioni nel settore assicurativo. I vertici del sindacato hanno ritenuto opportuno (vista l’importanza dell’argomento in questione) inviare questo pomeriggio una lettera al presidente dell’Isvap, Giancarlo Giannini, con alcune osservazioni e proposte relative al decreto.
Lo stesso interpello è stato inviato alle istituzioni politiche e parlamentari (Presidente della Repubblica, Ministro dello Sviluppo Economico e Capigruppo di Camera e Senato) con lo scopo di modificare l’attuale impianto del decreto in fase di conversione in legge.
Inoltre, sono stati messi in calendario, tra domani e il 5 febbraio, diversi incontri istituzionali. Nella prima decade del prossimo mese di febbraio sarà organizzato uno specifico incontro con i presidenti di gruppo sul tema delle liberalizzazioni al quale prenderanno parte esperti della materia e docenti universitari di diritto comunitario. «L’obiettivo di questo incontro», spiega Massimo Congiu (nella foto), presidente dell’Unapass, «è quello di confrontarci su idee e azioni a sostegno degli obiettivi di modifica, nonché alcune indicazioni operative nel rapporto con la compagnia o le compagnie mandanti». Infine, il prossimo 31 gennaio é stato fissato un incontro da parte dell’ente bilaterale Ebic per proseguire nel tavolo di confronto fra consumatori e intermediari.
Di seguito, la lettera dell’Unapass indirizzata all’Isvap.
Egregio Presidente,
A nome dell’Associazione sindacale che presiedo, in rappresentanza degli Agenti di assicurazione, Le trasferisco le fondate preoccupazioni in merito alla applicabilità del Decreto in oggetto.
Premesso che il processo di liberalizzazioni sia ineludibile e che, ove realisticamente applicabile, contribuirà alla crescita economica del Sistema Paese in forma sempre più concorrenziale e a tutela del consumatore, non volendo minimamente sottrarci a sostenere la parte di cambiamento che spetta al settore della Intermediazione, riteniamo però che l’impianto come é formulato nel cosiddetto Decreto Liberalizzazioni di cui al relativo articolo 35, comma 1 e 2 , sostanzialmente non colga i predetti propositi per materiale inapplicabilità da parte dei soggetti destinatari, e che sia formalmente in contrasto con l’attuale impianto regolamentare dell’ISVAP e con la direttiva comunitaria sull’intermediazione 2002/92/CE.
Più specificatamente si ritiene che gli obblighi introdotti dal predetto decreto di cui all’articolo 35 comma 1 in base al quale “gli Intermediari, sono tenuti a informare il cliente, in modo corretto, trasparente ed esaustivo, sulle tariffe e sulle altre condizioni contrattuali proposte da almeno tre Compagnie non appartenenti a medesimi gruppi, …” siano caratteristici dell’attività di intermediazione assicurativa e che il successivo capoverso “… anche avvalendosi delle informazioni obbligatoriamente pubblicate dalle Imprese di assicurazione sui propri siti” non sia sufficiente e adatto a ridurre la portata e le responsabilità conseguenti all’esercizio della attività di intermediazione che ne deriverebbero anche in termini di formazione specifica sui prodotti.
Trattandosi di fattispecie riconducibile all’attività di intermediazione risulterebbe del tutto incompatibile il nuovo disposto con gli obblighi di informazione di cui all’articolo 12, comma 1 lettera C della direttiva comunitaria in questione, nonché dei relativi articoli di cui ai Regolamenti Isvap N. 5 e 35.
É indubbio che l’Intermediario si troverebbe a svolgere nei confronti del Consumatore una attività di intermediazione assicurativa che non trova menzione in nessuna delle tre figure professionali previste dal Legislatore europeo e dalla spettabile Autorità di Vigilanza.
Risulterebbero, conseguentemente, in serio contrasto tutte le parti regolamentari in capo agli Intermediari afferenti il conflitto di interesse, l’adeguatezza, anche per la parzialità della sfera in cui il nuovo obbligo ricadrebbe, per la sola RCA, con esclusione delle garanzie accessorie che il consumatore nella maggioranza dei casi richiede. A questo punto si renderebbe necessaria ai fini di una più esaustiva pubblicità, la possibilità di identificare nella sezione A del RUI il o i soggetti iscritti in A tra i quali possano intercorrere rapporti di collaborazione.
Altresì risulterebbe del tutto indebita e spropositata la sanzione pecuniaria in capo all’Agente, dal momento che ne risponde in solido con la Mandante, per l’inadempienza di cui all’articolo 35, comma 1.
Allo stesso modo la previsione di esperimento dell’azione di nullità specificatamente prevista, ma non rispondente ai criteri generali di diritto, apre scenari di difficile applicabilità in relazione ai rapporti contrattuali tra Consumatore e Impresa che comunque avrebbero prodotto effetto.
Meglio sarebbe se l’obbligo della preventivazione in capo all’Agente fosse del tutto sostituito con l’obbligo di informativa in capo all’Impresa di assicurazione verso il consumatore, contestualmente all’invio dell’attestato di rischio.
In tale nuovo contesto normativo é indubbio che, oltre al plurimandato, la rimozione del divieto di collaborazione tra Intermediari iscritti nella stessa sezione A del Registro rappresenti la soluzione più coerente, trasparente e di tutela del Consumatore per tutti gli Intermediari che abbiano liberamente scelto di rimanere monomandatari rappresentando gli stessi oltre il 75% del mercato.
Massimo Congiu
Redazione Intermedia Channel
la rimozione del divieto di collaborazione di intermediario A con A e aggiungerei anche di A con B è proprio la soluzione sostanziale e non fomale (come rimarebbere senza tale rimozione) del problema della liberalizzazione del ramo rca auto e pure ramo danni e ramo vita per permettere all’intermediario assicurativo iscritto in sezione A RUI di poter dare vera consulenza e analisi sui contenuti delle polizze del mercato assicurativo e per fare in modo che i primi clienti delle compagnie siano coloro che possono leggere e capire per l’appunto i contenuti tecnicamente complessi dei contratti assicurativi.
Francamente mi sembra un po’ debole come iniziativa.
Ci vorrebbe un maggiore coinvolgimento dell’opinione pubblica non soltanto a livello mediatico (è preoccupante l’assenza di iniziative congiunte con lo SNA) ma anche attraverso l’opera di sensibilizzazione dei clienti/consumatori che può essere svolta attivando l’intera rete di intermediazione assicurativa del paese.