È il momento dei dubbi e delle domande: dopo il Decreto “Salva Italia” di Natale 2011, e il Decreto “Cresci Italia” del 20 gennaio scorso, l’automobilista italiano si chiede se otterrà benefici. In particolare, la Rc auto viene vissuta sempre più come un’odiosa tassa – inutile nasconderselo – anziché come una polizza che tutela il nostro portafogli. Ed è proprio sulla Rca che le attese sono elevate, specie al Sud Italia, dove il caro assicurazioni ha raggiunto vette di 7.000 euro l’anno.
ARTICOLO FONDAMENTALE
Una delle chiavi per ridurre i prezzi Rca stimolando la concorrenza è l’articolo 35 del Decreto: “Gli intermediari che distribuiscono servizi e prodotti assicurativi del ramo assicurativo di danni derivanti dalla circolazione di veicoli e natanti sono tenuti, prima della sottoscrizione del contratto, a informare il cliente, in modo corretto, trasparente ed esaustivo, sulla tariffa e sulle altre condizioni contrattuali proposte da almeno tre diverse compagnie assicurative non appartenenti a medesimi gruppi, anche avvalendosi delle informazioni obbligatoriamente pubblicate dalle imprese di assicurazione sui propri siti internet”. Insomma, l’agente deve proporre il preventivo Rca della Compagnia che rappresenta (come monomandatario), più i preventivi di due altre Assicurazioni con cui non ha legami.
FRA TEORIA E REALTÀ
Sulla carta, la regola appare vantaggiosa per il cliente, che così potrà ottenere un prezzo basso. Oltretutto, l’agente che non rispetta quell’obbligo viene multato pesantemente dall’Isvap: da 50.000 a 100.000 euro, mentre la Compagnia che ha conferito il mandato all’agente risponde in solido con questo. Tuttavia, nella realtà, le cose cambiano. L’agente assicurativo, mondomandatario sarà comprensibilmente spinto a indirizzare il cliente verso la Società che rappresenta. Se solo convincesse il consumatore a stipulare Rca di altre Assicurazioni, danneggerebbe se stesso e la propria attività. Non è questione di correttezza e trasparenza, ma solo di pura sopravvivenza, anche in virtà della difficilissima situazione vissuta dagli intermediari in Italia, specie in certe zone del Meridione, da cui le Compagnie sono in fuga. Alla fine, non si ve quindi come il consumatore possa ottenere Rca meno costose.
RIVOLUZIONE
A dire il vero, nella bozza del Decreto “Cresci Italia”, veniva fatto divieto alle Compagnie di offrire i propri prodotti attraverso reti monomandatarie. La soluzione iniziale era che gli agenti avrebbero rappresentato più di una Società. A beneficio di un’effettiva concorrenza, visto che l’agente così sarebbe stato davvero spinto a cercare la Rca più bassa. Poi invece, il dietrofront e il Decreto con l’agente monomandatario, obbligato a fornire tre preventivi. In assenza di una reale offerta diversificata da parte dell’intermediario, è dura che la liberalizzazione sortisca gli effetti desiderati dal Governo Monti. Forse, una maggiore concorrenza fra le Compagnie porterebbe a benefici di più ampio respiro.
Fonte: OmniAuto.it (Articolo originale)