Il presidente di Agit aveva lanciato un appello a Sna e Unapass per capire come intendono muoversi i due sindacati di fronte al decreto sulle liberalizzazioni.
Proprio una settimana fa aveva indirizzato una missiva alle presidenze di Sna e Unapass manifestando la propria preoccupazione di fronte al decreto legge sulle liberalizzazioni. «Un provvedimento», aveva sottolineato Pietro Melis (nella foto), presidente dell’Agit (gruppo agenti Groupama) «che non liberalizza nulla rispetto alla legge Bersani e ci obbliga ad ulteriori incombenze per poter emettere un nuovo contratto Rc auto. In questo modo non tutela nemmeno i consumatori». Melis aveva inoltre chiesto ai due presidenti con quali modalità intendessero scongiurare l’ipotesi di conversione in legge.
Le risposte non si sono fatte attendere.
CLAUDIO DEMOZZI – Ha evidenziato che lo Sna sta seguendo «minuto per minuto l’iter di conversione in legge del decreto» e che nella due giorni romana, i vertici del sindacato hanno «incontrato personalmente alcuni parlamentari e capigruppo, praticamente di tutte le forze politiche». Il presidente dello Sna si è detto fiducioso «di avere discrete possibilità di ottenere qualche modifica alla norma», stando alle rassicurazioni dei politici con i quali è avvenuto il confronto. «Tuttavia, per evitare disastri», ha precisato, «ci stiamo attrezzando per assistere tutti gli agenti e fare in modo che l’impatto di questo nuovo obbligo possa eventualmente essere il più leggero possibile… Per fare questo in modo efficace, abbiamo bisogno della massima collaborazione dei Gaa, per cui parteciperò personalmente alla prossima riunione del comitato dei presidenti». Lo Sna ha «ottenuto ulteriori incontri per i prossimi giorni ed alcune audizioni istituzionali per i primi giorni di febbraio» e ha inoltrato «una serie di osservazioni, critiche, richieste, formali, via fax e per email nonché consegnandole a mani di svariati noti politici nazionali. Abbiamo interessato il Ministero dello Sviluppo Economico ed Antitrust, ufficialmente».
MASSIMO CONGIU – «Come Unapass ci siamo attivati da subito per intervenire anche sul testo definitivo del Decreto: non ci convince affatto la formulazione dei nuovi quanto impropri obblighi di preventivazione in capo all’intermediario e che, trasferendo costi e responsabilità sproporzionate unicamente a quest’ultimo, non apportano alcun vantaggio al consumatore». Congiu ha precisato che il sindacato si sta muovendo su più piani: «attraverso l’ente bilaterale Ebic in collaborazione con Adiconsum e Uea; attraverso i rapporti diretti con le forze politiche e le istituzioni; nei confronti di Isvap attraverso formale appello». Congiu ha aggiunto: «Auspicando nella previsione di opportuno differimento della efficacia del decreto, nell’attesa dell’iter parlamentare per la relativa conversione, qualora non si riuscisse ad abrogare la parte relativa agli obblighi di preventivazione in capo all’intermediario, ci si pone l’obiettivo di ottenere la rimozione dell’attuale divieto di collaborazione tra intermediari iscritti nella stessa sezione A del Rui, nonché la rimodulazione delle sanzioni e delle responsabilità. Intendiamo programmare a stretto giro una riunione del Focus Group dei presidenti allo scopo di raccogliere preziosi contributi e condividere le necessarie iniziative di supporto».
Redazione Intermedia Channel