Mettere i pantaloni in lavatrice e accorgersi dopo pochi e fatali minuti di aver lasciato il cellulare nella tasca. Dare gas al motorino, sentire il prezioso smartphone sgusciare via e assistere impotenti al passaggio di una vettura, proprio sopra al telefono. O – in modo meno rocambolesco, ma altrettanto irreversibile – rincasare e rendersi conto di non averlo più con sé.
E ancora, rigare o rompere lo schermo o accorgersi con orrore che il software è andato. Tutte situazioni in cui gli utenti più attenti e lungimiranti sanno perfettamente come comportarsi senza farsi prendere dallo sconforto, mentre gli altri si gettano compulsivamente sulle scartoffie firmate al momento dell’acquisto per capire come procedere.
L’assistenza base che ogni produttore, operatore e rivenditore deve fornire è la garanzia di due anni, durante i quali un malfunzionamento riconducibile all’oggetto è a carico di chi l’ha venduto. In caso di furto o danno da voi provocato, non ci sono norme contrattuali che tengano e bisogna mettere mano al portafoglio per un nuovo acquisto o un’eventuale riparazione. Questo vale per qualsiasi dispositivo, dalla lavatrice allo schermo lcd, e vista la contrazione della vita media dei nostri piccoli amici è sufficiente a scongiurare brutte sorprese in corso (dopo due anni si tende a sostituire l’oggetto).
Diverso è il discorso se si pensa, più che all’hardware, al rapporto quotidiano e costante che il progresso tecnologico ci ha portato ad avere con cellulari, e soprattutto, smartphone. Oltre a essere costosi gioiellini, sono strumenti di lavoro e di connessione alla Rete, contenitori di dati personali e si candidano a diventare strumenti di pagamento. Motivo questo per cui, secondo un sondaggio di Finaccord, il 29% dei nostri connazionali sta pensando di assicurare il proprio dispositivo. E la domanda, come evidenzia un’analisi condotta dalla società di assicurazioni Assurant Solutions, è relativa alla copertura in caso di furto o danni accidentali, alla possibilità di avere un dispositivo sostitutivo nell’arco di 48 ore e alla garanzia di un back up dei dati.
Quest’ultima opzione potrebbe rivelarsi inutile per chi ha dimestichezza con l’archiviazione in cloud, da Assurant tirano l’acqua al proprio mulino proponendo un’app che permette di passare da una piattaforma all’altra senza essere legati alle offerte dei singoli marchi. A proposito di marchi, lato operatori, al momento nel nostro paese sono 3 Italia e Vodafone a proporre coperture di vario genere. Si va, nel caso di 3 Italia, da 3 a 6 euro mensili per una sostituzione ogni 12 mesi in caso di guasto, alla Kasko completa per 9 o 13 euro al mese. Vodafone, ad esempio, per 10 euro al mese garantisce riparazione e sostituzione di un iPhone 4S da 32 Gb, qualsiasi cosa accada.
Soluzioni, queste, che in Francia e Regno Unito sono sottoscritte dal 20% della popolazione e nella Penisola sono ferme al 7%.
I margini di crescita, soprattutto se si pensa ai pagamenti mobili, sono ampi, con tutti gli attori coinvolti – l’operatore, la banca, la Mastercard o Visa di turno e la società assicuratrice – chiamati ad adattare l’offerta a necessità in continua evoluzione, tecnologica prima di tutto.
Autore: Martina Pennisi – Wired (Articolo originale)