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LIBERALIZZAZIONI: L’OPINIONE DI CIRASOLA

Il presidente del gruppo agenti Generali commenta il decreto e auspica un intervento dell’Isvap per una moratoria, in attesa che in sede parlamentare siano introdotti specifici emendamenti di correzione.  

Riceviamo e pubblichiamo una intervista che Vincenzo Cirasola (nelle foto), presidente del gruppo agenti Generali ha rilasciato a Giacomo Longoni sul tema delle liberalizzazioni con focus sull’art. 34 del decreto legge n. 1 del 24 gennaio scorso.

Domanda. Gli articoli 30, 31, 32, 33 e 34 del Decreto vorrebbero dare adito a un’ipotesi di declinazione, o addirittura, promozione dell’idea di liberalizzazione del settore.  Quale è  il suo pensiero?

Risposta. Fin da subito ho avuto diversi contatti telefonici con i miei vertici aziendali, con colleghi e presidenti di altri gruppi aziendali. Ricevo quotidianamente informazioni a tratti contrastanti da diverse parti e comprenderà che le stesse nulla fanno se non ingenerare ulteriore ansia, turbamento e inquietudine. In questo stato “confusionale”, i gruppi agenti hanno dovuto arrangiarsi da soli per cercare di attenuare impatti, effetti e conseguenze di questa legge assurda, incoerente, inefficace, inapplicabile alla nostra professione e alle realtà agenziali. Questo, almeno, per quello che ci riguarda. L’unica cosa certa è che sono approdate agli intermediari di assicurazione ulteriori responsabilità e nuovi, pesanti, oneri amministrativi. Cosa poi dire delle compagnie? Intanto, grazie alle loro potenti ed efficaci azioni di lobbying, e alle loro indubbie capacità negoziali e relazionali, sono riuscite a far emendare le prime formulazioni del decreto a loro vantaggio, ovvero attenuandone gli svantaggi.

D. Rispetto alla sua formulazione originaria le rivisitazioni e gli emendamenti che hanno interessato la lettera dell’articolo 34, hanno dato vita a una norma di fatto monca, discutibile e distonica rispetto a ogni ipotesi di liberalizzazione. Declina nuovi oneri per gli intermediari, peraltro unicamente in materia di Rc auto, ma a fronte di cosa?

R. Relativamente al “raffronto obbligatorio tra tariffe Rc Auto”, faccio notare che, dopo aver riletto attentamente l’art. 34 del D.L., non ho trovato, da nessuna parte, né scritto, né sottinteso, l’obbligo a consegnare al cliente almeno altri due preventivi, ma unicamente l’obbligo a informare il cliente in modo ….corretto, trasparente ed esaustivo …. A mio modesto avviso, quest’obbligo può essere ottemperato anche senza rilasciare nulla di scritto, ma unicamente in forma orale e semmai mostrando al cliente uno studio oggettivo di comparazione dei prodotti e tariffe Rc auto del mercato. I nostri sindacati di categoria, Sna e Unapass nulla ci hanno riferito in merito; né, tanto meno, pareri tecnico-giuridici o linee guida cui potersi rifare. Lo Sna si è limitato a inviarci un bozza di dichiarazione da far sottoscrivere al cliente, sul genere di quella già indicataci dalla nostre mandanti.

Personalmente riterrei utile e necessario avere chiarimenti giuridici su alcuni quesiti sorti spontanei dalla lettura del decreto, quali per esempio:

– la sottoscrizione della proposta (con presa visione dei preventivi terzi) è di per sé sufficiente per esimere dalle responsabilità sanzionatorie gli agenti?

– con la dichiarazione sottoscritta da parte del cliente, viene ribaltata l’onere della prova, nel senso che deve essere il cliente a dover dimostrare di non avere ricevuto dall’intermediario alcuna informazione “corretta, trasparente, ed esaustiva”?, ecc.

Detto questo,  altrettanta spontanea sorge una domanda. Ma non si è tenuto conto, e non si tiene conto, del fatto che oggi il consumatore già dispone di ogni mezzo, i comparatori in primis, per essere informato a puntino in materia di Rc auto….? Forse sarebbe più importante che venisse edotto di come è composto il premio (delle voci che ne determinano il prezzo finale – tasse, fondo vittime per la strada … etc);

D.  Forse non tutti sanno che non sono gli intermediari a fare la tariffa nell’Rc auto, e che per quanto infiocchettata dalla norma in esame non deriverà alcun vantaggio per gli assicurati. Che senso ha, a suo modo di vedere, tutto questo?

R. Si tratta prevalentemente di una legge populista, che poco servirà al consumatore e ancora meno a favorire la concorrenza. Non è l’Rc auto a fare il mercato e non è la tariffa tout court il nucleo del problema, ma piuttosto le cause che ne hanno giustificato negli anni le revisioni in aumento. Siamo nel 2012 e il disegno di un’agenzia antifrode è ancora lettera morta. Devo inoltre rilevare che il problema delle tariffe in aumento, così come posto, rischia di avere un effetto boomerang (vuoi che il solito detrattore del modello agenziale non configurerà le provvigioni come una causa di costo?). Una delle cause degli aumenti è stata invece la risposta delle compagnie alla Bersani laddove ha favorito che gli appartenenti allo stesso nucleo familiare potessero godere del privilegio della classe di merito del componente più virtuoso. Noi agenti non possiamo e non vogliamo andare contro le liberalizzazioni. Al contrario. Le vogliamo. Ma in modo realistico e perseguibile.  Il disposto dell’attuale art. 34 di questo decreto non racchiude nemmeno l’idea del concetto di liberalizzazione Tra l’altro, essendo un decreto legge, vale a dire un “provvedimento di urgenza” è stato scritto, riscritto e rivisto in fretta e senza che tenesse conto degli impatti sulle realtà agenziali, di cui l’85% in regime di monomandato, che ancora oggi assicurano direttamente oltre  il 90% degli automobilisti italiani.  Auspico che l’Isvap intervenga tempestivamente per una moratoria affinché in sede parlamentare siano introdotti specifici emendamenti che correggano questo malfatto Decreto; magari anche contemplando l’altrettanto discusso problema dell’obbligo di una copertura contro le calamità naturali. Ho  tanto sperato che entrambi i nostri sindacati di categoria trovassero, o quantomeno condividessero,  una linea comune, anche in sinergia con la stessa Ania, perché sono certo  che le nostre stesse compagnie, hanno tutto l’interesse a non vedere le proprie agenzie gravate da nuovi maggiori oneri amministrativi. Invece, ahimè, ognuno va per la propria strada e in caso di successo chi per un verso, chi per l’altro, vorrà attribuirsi il merito… di cosa?

D. Generali come  si sta muovendo e come si è posta innanzi al più discutibile impianto sanzionatorio che la vuole responsabile in solido per fatto dei propri agenti?

R. Pur nell’indeterminatezza del momento, le Generali hanno diramato tempestivamente le linee operative cercando di interpretare le norme del Decreto nel senso meno sfavorevole per la rete agenziale, ben consapevoli che sono approdate alle nostre agenzie ulteriori responsabilità e nuovi, pesanti, oneri amministrativi, per i quali sin dalla vigilia della pubblicazione, la nostra giunta esecutiva ha  ampiamente e animosamente discusso con i nostri vertici aziendali. Abbiamo fatto presente loro che, nonostante non sia la compagnia la diretta responsabile della stesura di questo decreto, ci aspettiamo una legittima, prioritaria e straordinaria attenzione da parte dell’azienda, con un riconoscimento economico alle agenzie a sostegno del notevole disagio e aggravio di costi.

Redazione Intermedia Channel

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