E’ scattata ieri la sorpresa per gli automobilisti pescaresi che sono andati a rinnovare l’assicurazione scaduta. Chi più, chi meno, tutti hanno trovato un aumento: si va dai 20-30 euro in su, fino a 70 euro in caso di polizze Rca da 2 mila euro. In pratica un 3,5% in più, che è il massimo consentito dalla legge, sull’imposta che grava sulle assicurazioni e che va nelle casse della Provincia di Pescara (nella foto, il Palazzo del Governo).
Un aumento deciso alla chetichella dall’amministrazione guidata da Guerino Testa, che nell’occasione ha tenuto un profilo molto basso, senza interviste e senza sorrisi, visto l’imbarazzo di presentarsi come una amministrazione che non mette le mani in tasca ai cittadini. A dire il vero, quasi tutte le altre province italiane hanno applicato questo aumento e Pescara arriva tra le ultime, mentre Chieti – ad esempio – l’ha abbondantemente preceduta deliberando l’aumento il primo giorno utile e cioè il 31 maggio scorso.
Pescara in realtà aveva deciso l’aumento il 9 giugno scorso, con la delibera 141, poi revocata la settimana successiva. Poi con la delibera 302, adottata il 23 novembre scorso all’unanimità dei presenti, l’ultimo decisivo regalo agli automobilisti con il 3,5% di aumento. A scorrere l’elenco delle province italiane si nota che quasi tutte hanno adottato un aumento del 3,5 (in Abruzzo solo L’Aquila ha deciso il 3). Unica eccezione: Firenze che non solo non ha deciso aumenti, ma addirittura ha deliberato uno sconto dello 0,5%.
Come noto, a decorrere dal 2011, l’aliquota dell’imposta sulla Rca, pari al 12,5%, può essere aumentata o diminuita in misura non superiore a 3,5 punti percentuali. E tutte le province, da quelle Pdl a quelle della Lega a quelle del Pd a quelle delle Liste civiche, hanno adottato l’aumento massimo consentito. Un bell’esempio di unità d’Italia e di federalismo fiscale che invece di premiare con il bonus gli automobilisti virtuosi, applica l’aumento indistintamente a tutti.
Il fatto è che dal 2012 l’imposta Rca costituisce un tributo proprio derivato delle province. E quando si tratta di mettere le mani in tasca ai cittadini non c’è colore politico che tenga….
Autore: Sebastiano Calella – PrimaDaNoi.it (Articolo originale)