Bilancio in rosso anche per i fondi pensione aperti nel 2011: in media la performance delle forme individuali segna un calo di due punti percentuali, peggio dei fondi pensione negoziali che hanno chiuso il 2011 con un rendimento medio vicino alla pari. Ma a differenza dei fondi di categoria, gli aperti spiccano per la maggiore dispersione statistica dei risultati, soprattutto negativi.
Così come le altre forme previdenziali, sono proprio i comparti tradizionalmente considerati prudenti quelli più colpiti dalla crisi: linee che investono in particolare sui titoli di Stato e sugli strumenti a breve, che nel corso del 2011 hanno fatto registrare i ribassi più rilevanti. Da sottolineare quanto detto poco fa sulle garanzie offerte da queste linee, che scattano all’occorrenza degli eventi citati; chi volesse invece trasferire la propria posizione su un altro comparto si troverebbe ad uscire dal garantito al valore quota di quel mese, potenzialmente accusando così una minusvalenza. Solo il mantenimento della propria posizione nel lungo termine, approccio tipico della previdenza complementare, consente di non subire gli effetti delle oscillazioni di valore quota.
Autore: Marco Lo Conte – Il Sole 24 Ore (Articolo originale)