Opinione della Settimana

Napoli: frodi assicurative, quattro arresti

Quattro persone sono state arrestate dalla Guardia di finanza del Comando provinciale di Napoli in base a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip presso il tribunale di Napoli su richiesta della Procura. Gli arresti sono avvenuti a Napoli, Aversa (CE), Avellino e Marino (RM). In base all’indagine svolta dalle Fiamme gialle napoletane sarebbe emerso che gli indagati attraverso l’incendio di uno stabilimento industriale avrebbero tentato di ottenere dalle compagnie assicurative risarcimenti per milioni di euro. L’attività investigativa ha avuto inizio nella primavera del 2009 e si è articolata attraverso accertamenti tecnico scientifici sul luogo dell’incendio. Successivamente le Fiamme gialle hanno esaminato una ingente mole di documentazione bancaria e societaria che fa riferimento ad una molteplicità di societa’ riconducibili al gruppo e attive tutte nel settore della produzione di imballaggi in legno.

Gli approfonditi accertamenti eseguiti dalle Fiamme gialle avrebbero portato alla luce un presunto disegno criminoso realizzato attraverso un sofisticato congegno fraudolento, imperniato in una prima fase su un articolato e complesso scambio di fatture per le operazioni inesistenti e finalizzato a comprovare l’acquisto come nuovi di macchinari in realtà obsoleti, distraendo poi le somme percepite per i simulati acquisti di beni strumentali agli scopi di impresa a seguito di finanziamento erogato dallo Stato o da società di leasing. In una seconda fase, gli indagati, previa stipula di contratto di assicurazione per il rischio di incendio, hanno provocato in maniera tale da farli apparire di natura dolosa ma attribuibili a persone del tutto estranee agli interessi del gruppo, l’incendio della fabbrica ed anche i macchinari simulatamente acquistati, richiedendo infine alle compagnie assicurative il risarcimento di danni mai patiti.

Il quadro probatorio è stato confermato dalle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia. Tali dichiarazioni, oltre a confermare la natura dolosa dell’incendio, hanno rivelato i legami di contiguità di alcuni degli indagati con il clan dei casalesi gruppo Giuseppe Setola.

Fonte: La Repubblica Napoli (Articolo originale#2)

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