Ace Group suggerisce alcuni accorgimenti da adottare per contrastare il fenomeno e sottolinea la poca diffusione su larga scala delle polizze assicurative.
Aggiornare i propri sistemi informatici; adottare sistemi di prevenzione aggiornati e controllo frodi, un codice etico e di condotta, sistemi di rotazione di staff e di whistle boeing, cioè di raccolta di denunce anonima; fare formazione sulla prevenzione; eseguire controlli interni (internal audit, risk management, enti preposti alla sicurezza aziendale e via dicendo); commissariare i controlli esterni tramite società di revisione.
Secondo Ace Group, gruppo assicurativo e riassicurativo mondiale, la difesa dagli attacchi informatici passa da queste operazioni. La società, che ha nel proprio catalogo prodotti anche soluzioni di tutela dai rischi di questo tipo, sottolinea «che le frodi informatiche sono una delle principali minacce al business indipendentemente dal settore di appartenenza, dalle dimensioni della società e dal Paese. I rischi informatici», spiega la società, «possono scaturire dalle azioni dolose da parte di terzi o di terroristi, da errori degli stessi dipendenti, da azioni informatiche che costituiscono violazione della privacy, da eventi naturali come l’effetto provocato da un fulmine, da attacchi di hacker, da carenze nelle procedure di controllo, generate da alterazioni casuali o dolose, o da errori umani, dalla copia al commercio di dati».
Un modo per proteggersi dai danni informatici e dalle conseguenti perdite economiche che ne derivano è rappresentato dalle polizze assicurative che però, a oggi, non sono diffuse su larga scala, soprattutto in Italia.
Nell’ultima edizione del Safer Internet Day, evento organizzato nell’ambito di Insafe, l’iniziativa della Commissione Europea per incrementare il livello di consapevolezza dei problemi di sicurezza legati a internet e che si è celebrata lo scorso 7 febbraio, alcuni dati diffusi da Microsoft hanno evidenziato il fatto che «l’Italia è piuttosto indietro dal punto di vista della protezione dei propri sistemi e dati». In una scala predefinita da uno a 100, il punteggio medio dei 27 Paesi coinvolti è stato pari a 44. L’Italia ha ottenuto un punteggio medio di 39, superiore solo a quello di Bosnia (36) e Montenegro (38). I paesi più sicuri risultano invece la Slovacchia con 56 e la Finlandia con 50.
Redazione Intermedia Channel