Palladio Finanziaria (nella foto, la sede) entra con il 2,2558% in Fondiaria Sai. La comunicazione arrivata ieri in tarda serata e anticipata dal sito de Il Sole 24 Ore apre nuovi scenari sul prossimo riassetto della galassia Ligresti.
La holding guidata da Marco Drago e Roberto Meneguzzo aveva esaminato il dossier sulla compagnia assicurativa prima che prendesse corpo il piano Unipol. Poi, complice la decisione di banche e advisor di procedere con la compagnia bolognese, la finanziaria si è fatta da parte. Salvo ricomparire ora a sorpresa direttamente nel capitale di FonSai. Le ragioni dell’investimento, che potrebbe anche diventare più rotondo nelle prossime settimane, secondo alcuni sarebbero di natura finanziaria. Anche se tempi e modalità dell’ingresso non sembrano confermare tale giustificazione: gli addetti ai lavori fanno notare che un ingresso in sede di aumento di capitale sarebbe stato sicuramente economicamente più conveniente. Ecco perché sembra raccogliere maggior consensi l’ipotesi che Palladio sia la pedina chiave di un potenziale piano alternativo a quello sponsorizzato da Mediobanca e UniCredit. I contorni però sono ancora tutti da definire.
Ne potrebbe far parte anche la Sator di Matteo Arpe. Allo stato non risulta che la società abbia preso posizione rilevante sul titolo, ma i malumori generati dalla scelta di Unipol come partner di Fondiaria Sai potrebbero inaspettatamente favorire la creazione di una cordata tra tutti i soggetti a suo tempo esclusi dal progetto. Anche se, vista la dote finanziaria di Palladio, che secondo indiscrezioni arriva a 950 milioni, non è detto che la holding non si possa muovere da sola. Di certo, l’eventuale partita che Palladio si appresta a giocare in FonSai non può non intrecciarsi con gli equilibri nelle Generali. Palladio tramite la controllata Ferak (Palladio, Veneto Banca, Fimint, Amenduni) detiene infatti un pacchetto diretto dell’1,7% del Leone di Trieste al quale ha aggiunto la quota ex UniCredit del 2,26% posseduta in comproprietà (tramite Effeti) con la Crt. Ed è da qui che partono gli incroci: la Fondazione Crt è socio di riferimento di UniCredit, quest’ultimo assieme a Mediobanca sponsorizza il piano Unipol e Piazzetta Cuccia è primo azionista delle Generali. Naturale dunque pensare che una manovra ostile in Fondiaria Sai possa avere degli strascichi a Trieste, dove si è chiusa solo un anno fa la lunga battaglia che ha portato all’uscita del presidente Cesare Geronzi.
In attesa di risposte, vanno avanti i lavori per cercare di condurre a termine il complesso progetto industriale Unipol-FonSai. Ieri il cda di Unipol ha deliberato di sottoporre all’assemblea straordinaria, fissata per il 19 marzo (come quella di FonSai) la delega per l’aumento di capitale da 1,1 miliardi di euro propedeutico al progetto di integrazione. La compagnia delle Coop ha deciso poi di proporre all’assemblea un maxi-raggruppamento delle proprie azioni ordinarie e delle azioni privilegiate: saranno riunite cento azioni in una nuova azione.
Nel comunicato diffuso al termine del board della compagnia bolognese non c’è invece traccia di decisioni sugli advisor, anche perché risulta che sia stato dato mandato all’amministratore delegato Carlo Cimbri di selezionarli. I candidati sono Lazard, per la parte finanziaria, e Boston Consulting per quella industriale. Unipol, peraltro, avrebbe chiesto alle banche creditrici di Premafin di trasformare in equity tra i 100 e i 150 milioni di euro di debiti. Operazione, quest’ultima, da chiudersi a valle della fusione a quattro.
A Milano sempre in giornata, in parallelo con il board di Unipol, gli advisor di FonSai e della Milano Assicurazioni si sono visti per un tavolo tecnico in cui hanno condiviso le informazioni finora disponibili sul processo di integrazione. Oggi toccherà a Premafin scegliere i consulenti e nominare il comitato dei consiglieri indipendenti. E sempre oggi è previsto un nuovo round tra le banche creditrici della holding dei Ligresti Sinergia e Imco. Sul fronte dei rapporti con le authority infine ci vorrà ancora qualche tempo, non prima della prossima settimana, perché Unipol presenti alla Consob il quesito sull’esenzione dall’Opa e le altre richieste alle autorità interessate al riassetto.
Autore: Laura Galvagni – Il Sole 24 Ore (Articolo originale)