L’Italia dei Valori ha presentato un’interrogazione, a prima firma Antonio Di Pietro (nella foto), al ministro dell’Economia, Mario Monti, per fare chiarezza sul progetto di fusione tra Unipol, Premafin e Fonsai, da poco modificato su sollecitazione del presidente della Consob.
“Anche questo nuovo piano – si legge nel testo dell’interrogazione – è stato concepito insieme ai vecchi soci di controllo e ai loro creditori ed è possibile dunque che nei dettagli dell’operazione, ancora ignoti, si nasconda un premio di consolazione, magari sostanzioso. Del resto, la scelta di investire in Premafin anziché versare i soldi direttamente nelle malandate casse di Fonsai si spiega solo con la volontà di rendere un pò meno traballanti i debiti della prima verso alcune grandi banche“.
“Sorprende l’attivismo di una Consob che non si limita a fissare poche buone regole e a farle rispettare, ma consiglia e, a quanto risulta, persuade, magari preservando, come ai bei tempi andati delle Opa bancarie, l’italianità dei campioni nazionali. Le autorità di vigilanza devono essere arbitri imparziali: suggerire azioni per evitare l’Opa non rientra precisamente nei loro compiti. Come possa la Consob permettere che si faccia l’Opa per la Premafin, il cui beneficiario è quasi interamente Ligresti e le banche creditrici, e non venga lanciata su Fonsai e Milano assicurazioni ha dell’incredibile”, aggiunge Di Pietro.
“I piccoli azionisti che hanno puntato i propri soldi su queste società dovranno versare altro denaro invece di beneficiare del cambio di controllo societario – prosegue –. Con un salvataggio di mercato le banche ci avrebbero rimesso circa il 40% dei crediti: perdite che il loro patrimonio poteva assorbire agevolmente. Invece, non pagano per l’errore di aver sostenuto a lungo un gruppo così mal gestito e tengono immobilizzati ingenti prestiti che assorbono capitale, sottraendolo così al sostegno delle imprese produttive“.
“La famiglia Ligresti, artefice di un disastro gestionale senza precedenti nella compagnia Fondiaria-Sai viene liquidata a suon di milioni. Inoltre, ai quattro membri della famiglia viene riconosciuto uno stipendio, per ben cinque annualità, per non competere con la compagnia, quando ci si dovrebbe augurare il contrario. E’ chiaro che il nuovo gruppo Unipol-Fonsai nasce con un vulnus anticoncorrenziale enorme – conclude Di Pietro –. Si sta creando un soggetto con una posizione dominante pari al 40% del mercato RC Auto e con a capo Carlo Cimbri, appena condannato in primo grado per il caso Unipol/Bnl, insieme a Caltagirone, vice presidente di Generali“. L’Italia dei Valori chiede al governo “quali misure urgenti intenda adottare per rafforzare la credibilità e la trasparenza delle Autorità di vigilanza, per garantire i diritti degli assicurati, del mercato e dei risparmiatori e per tutelare i diritti dei piccoli azionisti“.
Fonte: MF Dow Jones (Articolo originale)