Opinione della Settimana

FonSai: gli scalatori puntano al 20%

Ufficialmente una cordata, composta in prevalenza da soggetti italiani, intenzionata a mettere in campo una proposta per la sistemazione di FonSai alternativa a quella di Unipol, ancora non c’è.

Non è escluso però che la cordata possa uscire allo scoperto già nei prossimi giorni. Di ufficiale, per ora, scrive MF, c’è solo che il 3 febbraio scorso la merchant bank vicentina Palladio Finanziaria ha superato la soglia del 2% nel capitale della compagnia presieduta da Jonella Ligresti, attestandosi cosi’ al 2,25%. Tuttavia, mettendo in fila le indiscrezioni circolate negli ultimi giorni contestualmente al rally del titolo FonSai, sembra emergere in maniera piuttosto evidente che le mosse dei vari soggetti in campo possano avere una qualche forma di coordinamento.

Più fonti, interpellate da MF-Milano Finanza, hanno infatti confermato che circa due settimane fa ci sarebbe stato un incontro tra l’ad della Palladio, Roberto Meneguzzo, e il presidente di Banca Profilo, Matteo Arpe (nella foto). Anche quest’ultimo, attraverso il fondo Sator, di cui è amministratore delegato, avrebbe una quota in FonSai di circa l’1,9% e, prima che Unipol raggiungesse l’accordo con Premafin, aveva studiato, così come Palladio, il dossier per il rilancio della compagnia assicurativa. I vicentini, in realtà, come svelato da MF-Milano Finanza la settimana scorsa, il 28 dicembre erano stati addirittura sul punto di chiudere un accordo con la famiglia Ligresti per entrare in Premafin, ma l’intervento di Mediobanca a favore dell’opzione Unipol avrebbe fatto saltare la soluzione messa a punto da Meneguzzo e dall’altro ad della merchant bank veneta, Giorgio Drago.

Per questa ragione alcune fonti indicano proprio nella Palladio il possibile pivot dell’eventuale cordata. Interpellato a riguardo, un consigliere di amministrazione della società di investimento vicentina ha fornito però un’altra versione dei fatti; Palladio, spiega il consigliere, non avrebbe alcun ruolo di regia ma, in virtù del 2,25% acquistato, sarebbe invece stata contattata per partecipare alla formazione di una cordata capace di mettere assieme una quota importante di FonSai. Si parla di un pacchetto del 20% (secondo altre fonti forse anche del 30%) frazionato tra più soggetti in modo da non dover chiedere l’autorizzazione all’Isvap per il superamento della soglia rilevante del 10%.

Un pacchetto inferiore al 42,74% in mano a Premafin e Unicredit (Piazza Cordusio, così come Mediobanca è schierata apertamente con Unipol) ma comunque in grado di ostacolare nell’assemblea di FonSai il progetto di integrazione avanzato dalla compagnia bolognese.

Fonte: MF Dow Jones (Articolo originale)

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