In totale: 66 persone denunciate, 3 accusate di associazione a delinquere finalizzata al falso e alla truffa, 12 compagnie di assicurazione truffate, 30 sinistri messi in scena per una fronde che lambisce, come ammontare, i 220.000 Euro. Numeri da capogiro, quelli scoperti dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Foggia, nell’arco della maxioperazione “Apecard” (dal nome di uno dei mezzi usati, coinvolto in oltre 10 casi di incidenti nel giro di 12 mesi), atta a scoprire truffe ai danni di compagnie d’assicurazione del Basso Tavoliere. Un gioco di soldi e sinistri pazzesco, che portava i responsabili a mettere in campo un complesso sistema d’organizzazione. “Una frode insidiosa, tutta calibrata seguendo delle modalità non tipiche”, ha riassunto, in conferenza stampa, il numero uno del Comando Provinciale, Lubrano. L’attività criminosa, infatti, puntava non a frodare ingenti somme attraverso azioni mirate; bensì a ottenere anche piccole somme con una serie ricorrente e ripetuta di falsi sinistri stradali che provocavano microinvalidità non rinvenibili clinicamente e danni meccanici di lieve entità liquidabili in via extra giudiziale.
Nella rete delle Fiamme Gialle, intessuta nell’arco di un anno di inchiesta, coordinata dalla Procura di Foggia, sono caduti, tra gli altri un uomo, N.P., 44 anni, sua figlia R.P., 24 anni, titolare di un’agenzia di infortunistica stradale a San Ferdinando di Puglia, ed il consulente legale A.G., trentatreenne margheritano.
Che il sistema fosse oliato e collaudato, lo dimostra la precisione con cui venivano falsificate le carte. Cid, certificati medici, preventivi di spese, fotografie di vetture incidentate: tutto era modificato, tutto creato, tutto abilmente artefatto. Nel caso delle riproduzioni fotografiche, ad esempio, i militari hanno scoperto che l’organizzazione estrapolava istantanee di autovetture danneggiate traendole dal web, ritoccandole con le targhe dei mezzi simulanti i sinistri. Inoltre, gli Uomini in grigio hanno riscontrato che, per la maggior parte dei casi sospetti, ad essere impiegate erano sempre le stesse persone, alcune delle quali legate da vincoli di parentela, nonché giovani con precedenti per spaccio. Questi figuravano, alternativamente, come autisti, terzi trasportati o addirittura come testimoni. Come nel caso di un rumeno, nell’arco di mezz’ora coinvolto in due distinti incidenti: uno avvenuto a Margherita di Savoia, e dove figurava come testimone e l’altro a San Ferdinando dove vestiva i panni di soggetto trasportato.
“Un sistema di illegalità diffusa nel territorio”, lamenta Lubrano. “La provincia di Foggia è al terzo posto in Italia per numero di sinistri. Partendo da questo dato, abbiamo cercato di focalizzare l’attenzione sulle dinamiche che riguardano gli incidenti. Purtroppo questo tipo di pratica è ricorrente e si rovescia non solo sulle assicurazioni, ma sulla collettività, costretta a pagare i costi delle truffe attraverso aumenti delle rate assicurative”. Secondo il Comandante, “serve affermare una nuova cultura della legalità che scansi l’equivoco che le piccole ‘fuggerie’ siano protezioni sociali”.
Fonte: Stato Quotidiano (Articolo originale)