Opinione della Settimana

Sanità: la Regione Veneto si farà da sola l’assicurazione

L’assessore Coletto conferma, ma va cambiata la norma – Due le ipotesi: incaricare “Veneto Sviluppo” di fare un fondo apposito oppure gestire tutto con gli uffici

Basta con le polizze delle compagnie private. Basta con le gare di appalto. Per le Ulss e la sanità veneta scatterà presto il regime dell’auto-assicurazione. Lo strumento, il braccio operativo, per effettuare le liquidazioni potrà essere la finanziaria regionale “Veneto Sviluppo” ma non è escluso che anche questa parte strettamente esecutiva del sistema, dall’accertamento dei danni ai risarcimenti, resti in casa a carico della gestione centralizzata della Regione. La strada ipotizzata, se non proprio già decisa, è questa.

« – spiega l’assessore Luca Colettostiamo pensando di seguire il modello della Regione Toscana, per gestire direttamente i rischi sanitari. Stiamo anche vedendo di costruire rapidamente un archivio dati per capire quale possa essere il rapporto costi-benefici, quanto si investe e quanto si risparmia. Per la fase esecutiva sono da valutare le due opzioni. “Veneto Sviluppo” utilizzerebbe un proprio fondo di esercizio. In Lombardia ormai da un pezzo è la finanziaria regionale a provvedere a tutti i pagamenti. In alternativa si può affidare il lavoro ai nostri uffici».

VA CAMBIATA LA NORMA. Si tratta ora di scandire i tempi del nuovo corso, ma soprattutto la rivoluzione radicale del sistema dovrà obbligatoriamente passare attraverso una modifica della normativa regionale. Si dovrà, cioè, rivedere la delibera 573 della Giunta Zaia del 10 maggio dello scorso anno con cui la Regione, su parere positivo della quinta commissione “Sanità”, ha cambiato il modello organizzativo, affidando alle aziende sanitarie la gestione dei danni fino a 500 mila euro, e demandando a una gara unica regionale la copertura dei cosiddetti danni “catastrofali” superiori a mezzo milione.

IL CASO DELL’OFFERTA RUMENA. In questa fase, però, la contingenza più urgente da risolvere è la delicata questione della “City Insurance”, la compagnia italo-rumena che è stata l’unica a partecipare alla gara europea indetta dalla Regione proprio sulla base della delibera. La “dichiarazione di interesse” a un appalto in cui c’era da aggiudicare una somma da capogiro, 75 milioni per 3 anni, era stata comunicata da ben 9 società di assicurazioni, ma alla data di scadenza è arrivata solo la domanda di questa compagnia con sede legale a Bucarest (e, pare, con la maggioranza del capitale di proprietà di italiani), che negli ultimi tempi ha scalato il mercato sanitario acquisendo una serie di contratti in tutto il Nord Italia fino al S. Raffaele di Milano, ma anche al centro di una dura interrogazione nella Regione Emilia-Romagna e, sembra, di missive anonime recapitate a Venezia che l’accuserebbero di presunti illeciti. Fatto sta che nel Veneto si è mossa la Guardia di Finanza, e che da parte degli uffici regionali proseguono le verifiche sulle caratteristiche della City Insurance in quanto, fino a questo momento, non sono giunti tutti i documenti richiesti.

UNO STALLO DA SUPERARE. Il rapporto resta, dunque, congelato, ma questa vicenda ancora da chiarire ha pure bloccato l’applicazione della delibera, per cui le Ulss continuano a muoversi come in passato affidandosi a broker esterni. È stata, però, proprio questa situazione di stallo a far orientare la Regione a voltare definitivamente pagina, tenendo conto pure di un fatto macroscopico che pesa molto sul bilancio. Nel 2011 le Ulss, per stipulare le polizze assicurative anti-malpractice, hanno speso qualcosa come 70 milioni mentre gli indennizzi si sono fermati a 35, con una crescita esponenziale dei costi che fa paura visto che 6 anni fa i premi annuali non superavano i 40 milioni, e con una divaricazione rispetto ai risarcimenti che si accentua pesantemente. Contro l’escalation del caro-polizza e l’incognita delle gare, ecco, dunque, l’autoassicurazione «per innescare – dice l’assessore – un processo virtuoso». I vantaggi sarebbero molto: stop ai costi del brokeraggio e dei contratti privati, e, quindi, un taglio del 50 per cento della spesa complessiva; risarcimenti certi e rapidi; tutela a 360 gradi dei medici; riduzione dei casi di contenzioso penale; monitoraggio delle zone critiche; semplificazione dei meccanismi burocratici.

Autore: Franco Pepe – Il Giornale di Vicenza (Articolo originale)

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