Opinione della Settimana

Ramo vita: la polizza va fatta su misura

Mi assicuro sulla vita e metto un po’ di soldi da parte. Poi faccio l’investimento in un fondo comune. Alla fine metto anche un po’ di soldi sugli indici di Wall Street e se avanza qualcosa sottoscrivo pure un prodotto previdenziale.

Tutte queste operazioni possono essere realizzate grazie a una polizza: ci sono quelle Vita a capitalizzazione dove la compagnia si impegna a pagare una rendita o un capitale qualora i beneficiari siano ancora in vita al momento previsto dal contratto. O le polizze più finanziarie (sempre Vita) agganciate a fondi (unit) o indici (index). E ancora i prodotti assicurativi previdenziali. Famiglia al completo.

Ecco quello che pensano a proposito delle prime tre tipologie gli esperti del Ctcu, il Centro tutela consumatori dell’Alto Adige (associazione indipendente sostenuta da fondi pubblici): «Spesso tali tipi di polizze vengono sottoscritte da coloro che non amano occuparsi direttamente della gestione dei propri investimenti – ricorda Paolo Guerriero, consulente Ctcu – e si affidano fiduciosamente ai consigli degli esperti. Peccato che non sempre tale fiducia venga adeguatamente ripagata dagli addetti ai lavori».

La questione di base per tali prodotti è che fanno e promettono troppo: assicurano sulla vita, ti fanno investire e ti portano a spasso per le Borse internazionali. Alla fine si perde l’obiettivo finale. «Ai clienti – aggiunge Guerriero – dovrebbe essere sempre spiegata molto bene la differenza fra il fine assicurativo e quello di investimento». Appunto, cosa voglio fare? Garantire ai miei familiari un paracadute in caso mi succeda qualcosa o voglio fare un banale investimento? Mettere insieme le due finalità spesso costa. Tanto.

«Prima e al momento della conclusione di un contratto di polizza di capitalizzazione – rileva il consulente altoatesino – suggeriamo di farsi sempre e comunque rilasciare una dettagliata indicazione dei costi applicati: solo così si potrà capire quanto del premio versato venga effettivamente investito dalla compagnia». Occhio dunque ai “caricamenti”, ovvero i costi amministrativi: nel salvadanaio-polizza vengono versati soltanto i premi netti. «Va sempre messa “nero su bianco” la garanzia del rimborso a scadenza del capitale investito oltre a quella di un eventuale rendimento “minimo”», spiega Guerriero.

C’è inoltre il capitolo finanziario. «Le polizze index sono in ogni caso prodotti di investimento di rischio – conclude Guerriero – e come tali non possono essere assolutamente offerti ad investitori che manifestino alla compagnia la loro nulla o scarsa propensione al rischio. Attenzione anche alle lunghe durate dei contratti: l’uscita anticipata costa molto cara». Più in generale prima di stipulare tali polizze è meglio valutare a fondo la propria situazione previdenziale. In ultimo una digressione nell’area “Danni”: meglio decidere di anno in anno il prodotto, suggeriscono dal Ctcu, per sfruttare le opportunità e scegliere le offerte migliori o più adatte alle proprie esigenze presso un’altra compagnia. No quindi alle durate pluriennali.

Autore: Vitaliano D’Angerio – Il Sole 24 Ore (Articolo originale)

Allegato: La Raccolta 2011

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