Centinaia di incidenti simulati, al solo scopo di intascare i soldi delle assicurazioni. Una raffica di testimoni falsi e di periti compiacenti. Un giro d’affari stimato in un milione e 260mila euro, tra il 2003 e il 2010. Per la Procura di Lanusei, insomma, ce n’è abbastanza per chiedere che l’inchiesta approdi in un processo. Il pm Daniele Rosa con il procuratore Domenico Fiordalisi, hanno depositato infatti 26 richieste di rinvio a giudizio per la maxi indagine sulle false assicurazioni. Tra imputati e clienti c’è mezza Ogliastra. C’è anche un consigliere provinciale ogliastrino dell’Udc, di professione assicuratore.
Secondo l’accusa, «nella sua qualità di sub-agente della compagnia assicurativa Generali-Toro, si prestava a progettare, organizzare ed eseguire un cospiscuo numero di truffe, procurando clienti compiacenti, gestendo le relative pratiche dei sinistri, e prestando consulenze sulle procedure in uso alle assicurazioni, fondamentali per la riuscita dei raggiri». I presunti “big” dell’inchiesta della Procura di Lanusei, invece, sono quattro, gli unici che sono accusati anche di aver messo su una vera e propria associazione a delinquere «finalizzata alla commissione di una pluralità di delitti e in particolare truffe in danno di compagnie assicurative, estorsioni, simulazioni di reato, false testimonianze e false fatturazioni».
A. P., 49 anni, di Ilbono, titolare di un’autocarrozzeria, per l’accusa «attestava falsamente e fatturava lavori d’officina mai eseguiti e procacciava automezzi incidentati da porre nella disponibilità degli associati i quali, dopo averli appositamente assicurati, presentavano false denunce di sinistri mai avvenuti». B. F., 29 anni, operaio di Ilbono, C. C., 28 anni, anche lui operaio dello stesso paese, e M. M., 39 anni, allevatore ilbonese, sono accusati di aver «progettato, organizzato ed eseguito un cospicuo numero di truffe, adoperandosi per procacciare le persone e i mezzi da utilizzare nelle simulazioni».
Tra i ventisei, ci sono sub-agenti di compagnie assicurative, titolari di autocarrozzerie, procacciatori di clienti, consulenti pratici nel disbrigo dei documenti relativi agli incidenti. C’era anche chi «contribuiva a ideare, organizzare ed eseguire numerose simulazioni, comparendovi ora in qualità di conducente dei mezzi coinvolti, ora come passeggero, e anche testimoniando il falso nei conseguenti giudici civili legati ai risarcimenti».
Se le accuse dovessero venire confermate in un eventuale processo, dunque, ne verrebbe fuori un quadretto niente male. Tra gli altri numeri di rilievo in questa maxi inchiesta partita nel 2003, ci sono anche la bellezza di 31 persone offese: sono tutte compagnie assicurative che hanno pagato per incidenti che non erano mai accaduti.
Autore: Valeria Gianoglio – La Nuova Sardegna (Articolo originale)