Sara assicurazioni rivede l’utile. La compagnia dell’Aci si appresta a chiudere il bilancio del 2011 con un risultato positivo di circa 38 milioni rispetto alla perdita di 31 nel 2010. Sono i dati preliminari che nelle prossime settimane verranno portati all’attenzione del Cda e che confermano l’avvenuto risanamento della gestione affidata dal luglio del 2009 al direttore generale Alessandro Santoliquido (nella foto).
Il ritorno all’utile è l’effetto delle fusione delle attività immobiliari che ha controbilanciato contabilmente le minusvalenze accumulate sul portafoglio – le conseguenze delle turbolenze sui titoli pubblici – ma, nella sostanza, è il frutto della ritrovata redditività nei rami danni ed anche nella Rc auto, dove la Sara concentra buona parte del suo business.
Nel 2009 il combined ratio, il rapporto tra le spese totali ed i premi incassati, viaggiava in territorio fortemente negativo (al 112,6%). Nell’esercizio appena concluso è giunto in prossimità del 100 per cento, lo spartiacque che separa una gestione industriale profittevole da una in perdita. Per riportare in salute la compagnia la medicina è stata le stessa somministrata anche ad altre compagnie. Un cocktail – spiega lo stesso Santoliquido – fatto di «aumenti tariffari, migliore selezione del portafoglio, taglio dei costi». L’intensità, probabilmente, è stata invece diversa. Se nel mercato, ad esempio, la frequenza dei sinistri è diminuita in media del 10%, per Sara «il calo è stato del 25%». Sui risultati influisce ovviamente la crisi economica e l’aumento nel prezzo della benzina che riduce l’uso di una vettura da parte degli automobilisti ma il trend è stato rafforzato dalle politiche messe in atto dalle compagnie. Ed ora lo scenario sta cambiando. «La fase dei forti aumenti tariffari è alle nostre spalle ed ora, per alcuni profili, iniziamo ad intravedere un trend opposto».
Tutto bene allora? «Per nulla – risponde Santoliquido – il problema della Rc auto, per noi assicuratori come per gli automobilisti, è tutt’altro che risolto. Continua ad esserci una struttura di costi, largamente indipendente dalle imprese, che spinge le tariffe a livelli sconosciuti negli altri paesi europei. Il Governo per la prima volta, con il decreto sulle liberalizzazioni, è intervenuto con decisione a ridurre simili oneri». Già ma proprio ieri il Senato ha fortemente ridimensionato la norma che consentiva agli assicuratori forti risparmi nelle autoriparazioni. «Solo quella norma comporterebbe riduzioni tariffari, per le diverse aree del paese, tra il 4 ed il 10 per cento. Se il governo non riuscirà a resistere alle diverse lobby che da sempre si oppongono ai cambiamenti, i prezzi non potranno scendere, anche se dovesse realizzarsi una situazione di concorrenza perfetta».
Fonte: Il Sole 24 Ore