Opinione della Settimana

FonSai, le banche si schierano compatte sull’opzione Unipol

UniCredit (nella foto, la sede di Milano) e Mediobanca con Unipol, Intesa Sanpaolo per il momento fuori dalla partita. A 24 ore dalla proposta alternativa su Fonsai formalizzata mercoledì da Sator e Palladio, sul destino del gruppo assicurativo che fa capo a Premafin prendono definitivamente forma le posizioni delle banche coinvolte nella vicenda.

L’ad di Mediobanca, Alberto Nagel, già mercoledì sera – presentando la semestrale agli analisti – aveva fatto intendere di preferire il matrimonio con Unipol, un percorso che Piazzetta Cuccia ha contribuito in prima persona a costruire e che pertanto non può fare a meno di sostenere. Ieri invece è toccato a Federico Ghizzoni, ad di UniCredit, puntualizzare la posizione di piazza Cordusio: «La proposta di Unipol è l’unica che abbiamo visionato», ha dichiarato a margine di un incontro organizzato a Milano dalla Camera di commercio britannica in Italia. Ma l’ad si è spinto anche più in là, aggiungendo che «la banca si aspetta che i Ligresti privilegino questa proposta, che ha un importante valore aggiunto dal punto di vista industriale».

Dunque l’ultima parola, come è ovvio, spetterà ai Ligresti, che restano in maggioranza nella controllante Premafin e pertanto saranno chiamati a esprimersi sulle due proposte pervenute per il riassetto di Fonsai. Ma la presa di posizione di Ghizzoni di fatto compatta il fronte dei creditori più pesanti di Premafin (UniCredit è esposta per 111 milioni e Mediobanca per 75, poi figurano Banco Popolare con 45, Bpm con 40 e Ge con 30) a favore dell’opzione Unipol, sgomberando il campo dalle voci di malumori proprio tra le due banche, dovuti al diverso trattamento destinato all’esposizione. Oltre alle parole di Ghizzoni, ieri da fonti vicine a UniCredit si è appreso che piazza Cordusio resta scettica sull’ipotesi Sator-Palladio perché al momento mancherebbero le garanzie per un rilancio di lungo periodo del gruppo assicurativo, esponendo di fatto Fonsai, azionisti e creditori compresi, a un’operazione che rischia di essere essenzialmente speculativa. Un ragionamento che trova conferma proprio dai contenuti del discorso tenuto ieri davanti ai 150 operatori economici radunati dalla Camera di commercio britannica da Ghizzoni, che in una relazione a porte chiuse ha ribadito la necessità per tutti di ragionare in un’ottica di lungo periodo per combattere l’attuale volatilità dei mercati.

Infine, a raffreddare la banca, c’è il nodo delle scadenze: se è vero come sembra che nulla del piano industriale è stato comunicato alle banche creditrici di Fonsai, il termine posto all’8 marzo dalla cordata guidata da Roberto Meneguzzo e Giorgio Drago di Palladio e Matteo Arpe di Sator per una risposta definitiva sembra escludere la possibilità di un’analisi nel dettaglio da parte di UniCredit, che per martedì ha in agenda un cda in cui lo stesso Ghizzoni punterebbe a portare un’informativa sul caso-Fonsai.

Se UniCredit e Mediobanca stanno con Unipol, Intesa per ora si tiene lontana dalla vicenda. Ca’ de Sass figura tra le banche che al momento hanno in pegno il 37% di Fonsai e sul testa a testa tra la proposta Unipol e quella Sator-Palladio formalmente preferisce non prendere posizione, tuttavia a quanto si apprende dalla banca per il momento si guarda alla vincenda da osservatori esterni, dunque senza schierarsi; anche perché, a quanto pare, in banca non sono arrivate particolari richieste da Sator e Palladio. Piuttosto, per Intesa resta naturalmente aperta la possibilità di un coinvolgimento nel momento in cui ci sarà da mettere mano all’aumento di capitale del gruppo, tuttavia per il momento l’istituto preferisce tenere un basso profilo.

Autore: Marco Ferrando – Il Sole 24 Ore (Articolo originale)

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