Opinione della Settimana

Frodi assicurative, primato per Campania e Puglia

Una volta a Napoli un anziano morto da poco è stato gettato sotto un autobus, per far credere che avesse perso la vita nell’incidente e incassare il risarcimento”. Antonio Coviello (nella foto) insegna Economia e gestione delle imprese assicuratrici alla Seconda Università di Napoli. Di frodi ne ha viste tante: in passato è stato ufficiale della Finanza.

Le storie che ci racconta rappresentano bene il vasto e “fantasioso” mondo delle truffe ai danni delle assicurazioni auto. Un mondo a cui il governo Monti ha dichiarato guerra: il decreto liberalizzazioni inasprisce le pene (fino a cinque anni di carcere) ed elimina i rimborsi per le lesioni di lieve entità non provate da un “accertamento clinico strumentale obiettivo”. L’obiettivo è ridurre le frodi, diffuse in tutta Italia ma più ricorrenti al Sud e in particolare in Campania e Puglia.

Sempre a Napoli è stata scoperta una persona che aveva testimoniato su incidenti diversi per più di 400 volte in un anno – ricorda Coviello. – E a Caserta c’era una banda di nigeriani che si procurava in Africa radiografie di fratture e le portava a testimonianza di presunti infortuni subiti in Italia”.

Il professore cita molti episodi avvenuti in Campania perché è lì che vive, ma forse anche perché è la regione dove avvengono più truffe di questo tipo. Gli ultimi dati forniti dall’Associazione Nazionale Imprese Assicuratrici (che a sua volta li ha ricevuti dall’Isvap, l’istituto che vigila sul settore) riguardano il 2010, quando in tutta Italia ci sono stati 69.763 “sinistri connessi con reati”: di questi, 25.789 – oltre un terzo – in Campania. Seguono a distanza Puglia (10.821), Sicilia (7.207), Lazio (6.037), Lombardia (4.603) e Calabria (3.173).

Le cifre sono influenzate dalla quantità di abitanti delle singole regioni: più è alto il numero degli automobilisti, più è probabile che si alzi quello delle truffe. Il confronto ha più senso se si considera la percentuale di “incidenti con frode” sul totale dei sinistri. I primi due posti non cambiano: guida la Campania con il 9,58%, seconda la Puglia con il 5,93%. Subito dietro Calabria (4,15%) e Sicilia (2,84%). Sopra la media nazionale, che è del 2,3%, ci sono anche il Molise (dove le truffe sono cresciute di quasi il 120% tra 2009 e 2010!) e la Basilicata.

La frode assicurativa resta comunque un vizio di tutto il Paese. Coviello fa gli esempi di Ravenna, che ha fatto segnare un record di false certificazioni per colpi di frusta, e Prato, dove avviene il maggior numero di sinistri. “Il segreto è chiedere piccoli risarcimenti – spiega il professore. – Anche se c’è il sospetto che si tratti di una truffa, spesso conviene più pagare che investigare”.

Non a caso le compagnie pensano che le cifre Isvap siano sottostimate, perché documentano solo le frodi accertate. Le regioni più virtuose sono Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige, che insieme hanno fatto registrare 293 incidenti con truffa: un dato di 88 volte inferiore a quello della sola Campania. La notizia migliore riguarda tutta l’Italia: tra il 2009 e il 2010 i sinistri con frode sono scesi di quasi il 14%. Il governo punta a farli calare ancora. La sfida con la “creatività” dei truffatori è appena iniziata.

INCIDENTI CON FRODE AVVENUTI NEL 2010:

1 – Campania 25.789
2 – Puglia 10.821
3 – Sicilia 7.207
4 – Lazio 6.037
5 – Lombardia 4.603
6 – Calabria 3.173
7 – Piemonte 2.355
8 – Toscana 2.134
9 – Veneto 1.265
10 – Emilia-Romagna 1.517
11 – Liguria 1.422
12 – Sardegna 802
13 – Basilicata 645
14 – Abruzzo 634
15 – Marche 524
16 – Molise 378
17 – Umbria 164
18 – Friuli Venezia Giulia 144
19 – Trentino-Alto Adige 131
20 – Valle d’Aosta 18

PERCENTUALE DI FRODI SUL TOTALE DEGLI INCIDENTI:

1 – Campania 9,58%
2 – Puglia 5,93%
3 – Calabria 4,15%
4 – Sicilia 2,84%
5 – Molise 2,66%
6 – Basilicata 2,52%
7 – Lazio 1,68%
8 – Liguria 1,47%
9 – Abruzzo 0,98%
10 – Piemonte 0,96%
11 – Sardegna 0,95%
12 – Toscana 0,95%
13 – Lombardia 0,89%
14 – Emilia-Romagna 0,71%
15 – Marche 0,70%
16 – Veneto 0,65%
17 – Umbria 0,36%
18 – Trentino-Alto Adige 0,33%
19 – Friuli Venezia Giulia 0,32%
20 – Valle d’Aosta 0,29%

Autore: Andrea Monti – Panorama (Articolo originale)

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