Opinione della Settimana

Premafin: la proposta di Arpe ai grandi creditori

La richiesta di conversione di una parte dei debiti Premafin in equity per circa 150 milioni e la ridefinizione del prestito subordinato da un miliardo di Fondiaria Sai concesso da Mediobanca attraverso una rimodulazione del tasso di interesse o un allungamento della durata. Il piano di ristrutturazione del debito contenuto nell’offerta presentata da Palladio e Sator alla Premafin della famiglia Ligresti punta sostanzialmente a ottenere questi due risultati. Impresa complessa, considerando che le due principali banche finanziatrici del gruppo Ligresti hanno già fatto sapere che appoggiano il piano di integrazione di Unipol. Tuttavia, almeno per quanto riguarda la holding Premafin, la compagine delle banche è variegata, con il risultato che la nuova cordata potrebbe puntare a creare una spaccatura interna, soprattutto se nel piano di ristrutturazione dovessero prospettare condizioni migliorative.

Se UniCredit è la più esposta verso Premafin con circa 110 milioni, seguita da Mediobanca (70), figurano poi tra i creditori anche Cariparma (40), Ge (40) e Intesa Sanpaolo (20). Tecnicamente, nel caso dell’integrazione con la compagnia bolognese sarebbe stato trovato un accordo, ancora non perfezionato. In pratica le banche si sarebbero impegnate a convertire in capitale 150 milioni di crediti, mentre per i restanti 170 milioni, metà sarebbe rimborsato subito da Unipol e il resto rinegoziato. Secondo quanto si apprende da alcune fonti, la proposta di Sator e Palladio sarebbe sulla stessa linea di quello di Unipol, con la conversione di 150 milioni di debiti in equity, ma con condizioni complessive migliorative per le banche legate anche al fatto che l’importo offerto da Palladio Sator a Premafin è di 450 milioni, superiore dunque di 50 milioni rispetto a Unipol. Si vedrà.

Molto più problematico, invece, si preannuncia una eventuale trattativa con Mediobanca, regista dell’operazione Unipol, per ridefinire il prestito subordinato che piazzetta Cuccia vanta nei confronti di Fondiaria Sai. Il subordinato da 1,1 miliardi vede solo una fetta del prestito, pari a 350 milioni, e riconducibile a strumenti ibridi, che potrebbe essere convertita in azioni ordinarie al verificarsi di alcune condizioni. Tra queste ci sarebbe quello della discesa del margine di solvibilità sotto il 120% e del mancato ripristino nei due anni successivi di un margine del 130%. Secondo ambienti vicini a Mediobanca tali condizioni non sono tuttavia scattate, ma soprattutto è a discrezione di Mediobanca decidere se convertire o meno. Ad ogni modo l’obiettivo di Sator e Palladio punterebbe non alla conversione ma a spuntare condizioni più vantaggiose che vanno da una rimodulazione del tasso ad un allungamento molto forte della durata del prestito.

Autore: Marigia Mangano – Il Sole 24 Ore (Articolo originale)

Articoli correlati
ANAPA Rete ImpresAgenziaAssociazioni di CategoriaIn EvidenzaOpinione della Settimana

«Nessuno si salva da solo»

Nel corso di «Davos 2021», la kermesse annuale del World Economic Forum tenutasi lo scorso…
Leggi di più
ANAPA Rete ImpresAgenziaIn EvidenzaNewsOpinione della Settimana

Il «dritto»...

Ormai quotidianamente l’IVASS oscura e sanziona siti on-line di Intermediari…
Leggi di più
ANAPA Rete ImpresAgenziaIn EvidenzaNewsOpinione della Settimana

Opportunità e sfide del mercato assicurativo italiano

I grandi cambiamenti che stanno interessando l’Italia e il mondo intero, come ben sappiamo…
Leggi di più
Newsletter
Iscriviti alla nostra Newsletter
Resta aggiornato sulle ultime novità, sugli eventi e sulle iniziative Intermedia Channel.