Opinione della Settimana

Unipol-FonSai: Cimbri va avanti, al lavoro sul piano

Unipol e Fonsai non commentano ma vanno avanti per la loro strada. Le due società hanno riunito ieri i loro consigli di amministrazione convocati per preparare i passi successivi del loro percorso di avvicinamento. Al termine non è stato diffuso alcun comunicato ufficiale. A quanto si è appreso Fonsai ha discusso il preconsuntivo del 2011 chiuso con un perdita vicina a 1,1 miliardi già comunicata al mercato. Gli amministratori hanno presentato anche un budget per l’anno in corso che stima il ritorno all’utile della società (in uno scenario comunque “in solitaria”).

Ma la notizia forse più rilevante è un’altra. Il poderoso rally sui titoli di stato dei primi due mesi dell’anno si è riverberato positivamente anche sui ratios patrimoniali della compagnia che detiene un portafoglio di titoli pubblici di circa 15 miliardi. Il margine ampiamente deficitario a fine dicembre (il 75% del livello minimo) è risalito in questi giorni in prossimità del 90% con un minor tiraggio, tra l’altro, del decreto “milleproroghe” che consente agli assicuratori di sterilizzare le minusvalenze sul debito sovrano ai fini del loro ratios. Il malato, per così dire, rimane sempre in rianimazione ma almeno reagisce alle cure.

Nel corso del Cda il presidente Jonella Ligresti ha letto la proposta alternativa di Sator-Palladio e sono state svolte alcune considerazioni sulle sue possibili conseguenze. Ufficialmente la società non prende posizione – l’offerta è rivolta infatti a Premafin – ma i suoi manager sono impegnati nel mettere in pratica il piano finora approvato. Domenica si concluderà la due diligence reciproca tra i due gruppi per fornire agli advisor i dati sui quali costruire i rapporti di concambio per la fusione finale.

Analogo clima, a quel che si sa, si respirava ieri anche nel Cda di Unipol che ha iniziato a discutere le linee guida del piano industriale del nuovo gruppo post-fusione con Fonsai, che verrà presentato ufficialmente a metà marzo. La compagnia bolognese si sente tranquilla del suo progetto industriale e, comunque, sarebbe protetta da clusole di rivalsa qualora Premafin dovesse cambiare cavallo. Sul piano sostanziale si confrontano due progetti significativamente diversi. L’ultimo arrivato, quello di Sator-Palladio, fa affluire su Premafin un maggior ammontare di risorse (450 invece dei 400 milioni in arrivo con l’aumento riservato di Unipol) e la mancata fusione successiva Fonsai-Premafin eviterebbe agli azionisti della compagnia di prendere in carico anche i debiti della finanziaria. Sul fonte opposto però “Unipol gruppo” ha messo sul piatto un ammontare di risorse superiore (1,1 miliardi). Al netto dell’aumento di Premafin circa 700 milioni saranno trasferiti all’unità assicurativa controllata “Unipol assicurazioni”, dove avverrà l’integrazione finale. Lo scopo è quello di mantenere una presa sul gruppo post-fusione non inferiore al 51% tuttavia quelle risorse miglioreranno anche i ratios patrimoniali e controbilancieranno più che proporzionalmente i debiti in arrivo da Premafin. Infine ieri i Ligresti si sono riuniti con l’advisor Banca Leonardo per discutere del riassetto della holding.

Autore: Riccardo Sabbatini – Il Sole 24 Ore (Articolo originale)

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