La crisi dei mercati finanziari e Solvency II spingono gli assicuratori a cambiare le strategie d’investimento. Il 70% delle compagnie europee prevede modifiche significative nella propria asset allocation, al fine da ottenere performance più elevate, con maggiori investimenti in fondi di private equity ed hedge fund. Sono le principali evidenze di un sondaggio condotto a fine 2011 da BlackRock, il colosso mondiale della gestione del risparmio (3.513 miliardi di dollari in gestione a fine anno) tra le assicurazioni del continente. Vi hanno partecipato in forma anonima 220 intermediari rappresentativi di circa la metà del mercato continentale delle polizze. Le «condizioni di mercato estremamente difficili – spiega Oreste Gallo, responsabile del Financial Istitution Group di BlackRock per Europa, Medio Oriente e Africa – assieme alla nuova regolamentazione prudenziale in arrivo hanno creato una combinazione di eventi unica».
E gli assicuratori reagiscono rimettendo in discussione le tradizionali scelte d’investimento in obbligazioni ed azioni. I government bond, bene rifugio per eccellenza dei portafogli assicurativi? «Non sono più considerati – osserva Gallo – titoli risk free, il mito è crollato». E quand’anche non sono oggetto di speculazione, accadono fatti sorprendenti. «Lo sapeva che i decennali inglesi, i gilt, hanno raggiunto il rendimento minimo dal 1703, da quando esistono statistiche in materia?». Con la necessità di dover ponderare per il rischio le proprie attività e passività – lo richiede il nuovo contesto regolamentare – «la stragrande maggioranza delle compagnie va ricercando maggiori rendimenti». E li trova appunto nel credit risk e negli investimenti alternativi, attesta il 32% delle risposte al questionario. Una spinta potente viene anche dal processo di cessione di asset (deleveraging) in corso nel settore bancario, attività che potrebbero in parte finire nei portafogli degli assicuratori. Le cifre in gioco sono assai rilevanti. Morgan Stanley ha stimato tra 1.500 e 2.500 miliardi di euro l’impatto del deleveraging. Un esempio? Negli ultimi tre anni RBS ha ridotto i suoi asset da 1,6 a 1 trilione di sterline.
Dalla ricerca emerge inoltre la preoccupazione delle compagnie, sul cosiddetto “terzo pilastro” di Solvency II, relativo alla trasparenza e all’efficienza dei processi informativi interni. Per il 90% delle compagnie – fa presente Gallo – «i maggiori timori riguardano la tempestività, la completezza e la qualità dei dati». È un universo spesso disperso tra le differenti aree di attività aziendale ma che, invece, deve essere messo sotto controllo per poter attuare un’effettiva gestione dei rischi. Oltre alle sue ricerche BlackRock può offrire una consulenza. Oltre agli asset gestiti la società valuta il rischio di attività gestite da terzi. In tutto è un universo sterminato di 10 trilioni di dollari, qualcosa come 5 volte il Pil italiano. E, a proposito dell’Italia, ecco il giudizio di BlackRock: «Siamo sempre stati costruttivi. In termini relativi abbiamo sovrappesato l’Italia nell’ultimo periodo».
Fonte: Il Sole 24 Ore