Opinione della Settimana

Compagnie assicurative, Barclays preferisce Generali

Se l’Associazione nazionale delle imprese assicuratrici (Ania) auspica che le liberalizzazioni portino a una riduzione dei costi per le assicurazioni, e in particolare per la Rc auto, l’intero comparto mostra uno stato di forma preoccupante. I dati rilasciati sul settore mostrano infatti una contrazione dei volumi soprattutto a gennaio, mese che ha visto un calo del 39% anno su anno.

Lo scorso mese le vendite complessive dei prodotti vita si sono rivelate inferiori a quelle di ogni singolo mese del 2011. Secondo gli analisti di Barclays Capital, questo dato costituisce purtroppo solo l’inizio dell’impatto delle misure di austerità varate dal governo Monti.

Nonostante le banche rappresentino ancora il principale canale di distribuzione dei prodotti assicurativi grazie alla partnership tra banche e compagnie assicurative, che permette a queste ultime di distribuire i propri prodotti tramite le banche, le vendite da parte degli istituti di credito sono diminuite, rappresentando soltanto il 67% dei volumi totali nel mese di gennaio 2012, circa il 10% in meno rispetto agli ultimi 7 anni.

Questo conferma un trend diffuso in tutta Europa: attualmente le banche tendono infatti a privilegiare i depositi nel tentativo di migliorare il loro mix di finanziamento a discapito dei prodotti assicurativi. “Ci chiediamo“, hanno osservato quindi gli analisti, “se le aziende dovrebbero iniziare a cancellare le relazioni di bancassurance, come è stato fatto da Cnp Assurances“, leader nel mercato francese delle assicurazioni vita.

Gli assicuratori tendono a evitare il tradizionale business “spread-based”, cioé quello basato sulla differenza tra i tassi, anche se rimane una chiara preferenza dei clienti per questi prodotti.

Nonostante la strategia sia perseguita da un certo numero di aziende, i prodotti cosiddetti “unit-linked” stentano infatti a decollare, dal momento che l’appetito dei consumatori verso tali polizze rimane limitato. Le polizze assicurative “unit linked” sono a carattere finanziario, quindi non costituiscono un modo per assicurarsi contro un evento dannoso come un furto, la morte di una persona o un altro danno, ma sono un modo per investire il denaro e non hanno, di norma, capitale e rendimento minimo garantito. In sostanza la polizza unit linked è un contenitore di fondi comuni o sicav.

In questo contesto, quindi, Barclays preferisce le compagnie che si concentrano sui prodotti tradizionali quali Allianz e Generali Assicurazioni.

In merito a Generali i rischi che possono ostacolare il raggiungimento del target price, spiegano gli analisti, possono derivare da movimenti di mercato sia positivi sia negativi che possono incidere sul titolo direttamente, attraverso il business finanziato dagli azionisti, e indirettamente, attraverso i profitti realizzati sulle unit-linked e su operazioni di asset management.

La compagnia triestina ha una quantità di credito significativa e una notevole esposizione ai tassi d’interesse attraverso il suo portafoglio di investimenti, pertanto bassi tassi di interesse e alta volatilità rappresentano un rischio per la società a causa delle garanzie che la società offre ai clienti sui prodotti vita rilevanti. Inoltre il business P&C (Property and Casualty – Ramo Danni, ndr) di Generali espone la compagnia a un potenziale aumento dell’inflazione e al rischio che le riserve esistenti si possano rivelare inadeguate.

Per quanto riguarda invece la tedesca Allianz, l’azienda ha un’esposizione significativa al debito pubblico come la maggior parte degli assicuratori, anche se la sua esposizione a Grecia, Portogallo e Irlanda è abbastanza contenuta. E’ significativo però anche il rischio di sottoscrizione, ossia la possibilità che i premi non siano sufficienti a coprire i sinistri e le spese future.

Autore: Annalisa Vilardo – Milano Finanza (Articolo originale)

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