La navicella delle liberalizzazioni nel settore assicurativo è uscita malconcia dalla prova del Senato ma non è affondata. Ed ora attende il responso del maxiemendamento del Governo. Martedì notte, in commissione, ha passato l’insidia dell’art.34 dove molti emendamenti chiedevano di trasformare obbligatoriamente in agenti plurimandatari quelli vincolati da contratti in esclusiva con una compagnia. Proposte che avevano diviso gli stessi agenti e che avrebbero avuto pesanti ripercussioni economiche sui conti delle imprese. Invece l’art.34 è rimasto sostanzialmente invariato. Inutile probabilmente nei suoi effetti, ma nulla di più. Si limita a imporre agli intermediari di presentare 3 preventivi (due oltre a quello della propria società) ai clienti che si recano in agenzia per una copertura Rc auto. L’unica modifica accettata ha ridotto l’entità delle multe previste per chi non rispetta l’adempimento.
Per il resto gli oltre 40 emendamenti approvati in commissione hanno ritoccato qui e lì il testo originario ma non hanno cambiato la filosofia del provvedimento che, per la prima volta, si propone di agire sul versante dei costi per ridurre le tariffe dell’assicurazione obbligatoria. Le quali continuano a crescere come dimostra l’ultima rilevazione diffusa proprio ieri dai broker dell’Aiba. Anzi, proprio grazie ad emendamenti introdotti da Palazzo Madama in materia di risarcibilità dei danni fisici lievi causati da un incidente, è atteso l’impatto maggiore. La partita dei danni fisici lievi vale per circa un terzo nei costi totali dei risarcimenti e, pertanto, limitare quelli che non possono essere diagnosticati con certezza – gli stessi dove si concentrano le maggiori truffe – ha l’effetto combinato di ridurre contemporaneamente i costi ed i comportamenti scorretti. Soprattutto se, come recitano alcuni emendamenti approvati (ma non tutti), il mancato risarcimento riguarderà l’insieme dei danni e non soltanto il «danno biologico permanente».
Sul fronte opposto hanno avuto la meglio le resistenze di categorie colpite (i carrozzieri) nell’eliminare la norma che promuoveva la riparazione diretta dei veicoli da parte delle assicurazioni al posto del rimborso in denaro. Per spingere il mercato in quella direzione il decreto aveva previsto una penalizzazione del 30% (in effetti ingiustificata) per chi decideva comunque di ricevere un risarcimento monetario. E così la via della riparazione diretta rimarrà, com’è ora, affidata alle clausole contrattuali delle compagnie con i propri clienti.
Un problema di incentivi inadatti rischia anche di limitare l’effetto delle “scatole nere” negli autoveicoli, una delle principali novità del pacchetto liberalizzazioni. Gli emendamenti della commissione prevedono infatti che, in aggiunta ai costi delle apparecchiature, gli assicuratori che intendono usarli debbano offrire agli automobilisti una «significativa riduzione tariffaria». Non è detto che, per loro, il gioco valga ora la candela. Forse prevedere che, al netto dei costi sopportati, gli automobilisti ne dovevano trarre un vantaggio sarebbe stato più equilibrato. Anche in tema di polizze sui mutui non si capisce a che titolo le filiali di una banca dovrebbero fare pubblicità a due contratti «non riconducibili» – precisa un emendamento approvato – alla stessa banca. Anche in questo caso ci si poteva limitare a introdurre, come è stato fatto, il diritto del cliente «a scegliere sul mercato la polizza vita più conveniente che la banca non può rifiutare».
Le sue proposte di correzione, hanno aumentato significativamente le responsabilità dell’Isvap, ad esempio in tema di calcolo dei forfait annuali del risarcimento diretto o per la gestione delle “scatole nere”. Infine il Senato ha aggiunto alcune “stranezze” al testo governativo. Come quella che impone alla compagnie di «praticare identiche offerte» a «parità di condizioni soggettive e oggettive». Un modo indiretto per rimuovere le differenze territoriali nelle polizze. O l’emendamento che da appena due giorni di tempo alle compagnie per peritare i veicoli danneggiati. O, infine, quello che impone alle imprese di indicare agli assicurati quale sarà lo sconto tariffario al primo rinnovo, in mancanza di incidenti. Ma è un’informazione che ha un senso soltanto se l’anno successivo il fabbisogno tariffario complessivo della compagnia rimarrà invariato. E non se aumenterà com’è invece successo negli ultimi anni.
Fonte: Il Sole 24 Ore