Opinione della Settimana

I paletti di Consob e Isvap su Premafin

L’impasse tra le proposte alternative di salvataggio della Fonsai, quella di Unipol cui si contrappone il progetto di Sator-Palladio, verrà decisa da due vicende al momento parallele. Gli orientamenti delle banche creditrici, vincolanti per entrambe le proposte, e le decisioni delle autorità di vigilanza (soprattutto Isvap e Consob). È il percorso che si sta delineando all’indomani della decisione presa dal Cda di Premafin che giovedì ha detto di non potersi pronunciare sulle offerte di Sator-Palladio perché vincolata in esclusiva a Unipol nel portare avanti il suo piano di riassetto. Una scelta che non rappresenta una bocciatura nel merito ma che non consente, al momento, un confronto aperto tra le diverse posizioni. Come se ne uscirà? I due fondi d’investimento hanno chiesto a Premafin di pronunciarsi entro l’8 marzo ma non è detto che il termine non venga prorogato per dar modo alla situazione di evolvere.

Intanto si muoveranno le banche. Per lunedì è previsto un nuovo vertice di Premafin con gli istituti di credito esposti nei suoi confronti per giungere a una ristrutturazione dei debiti. Le proposte avanzate dalla società nel corso del precedente incontro – prevedono un convertendo e un riscadenzamento del debito su base decennale – hanno incontrato diverse perplessità da parte degli istituti, ciò che d’altra parte è normale in simili trattative. Su queste difficoltà ha cercato di inserirsi Sator-Palladio con una sua proposta di ristrutturazione.

Lunedì si capirà se gli istituti trovano un consenso sulle ipotesi di lavoro originarie o se invece le ipotesi “concorrenti” hanno fatto breccia su qualcuno. Al momento c’è da registrare una lettera inviata da Mediobanca a UniCredit (banca agente per i creditori) nella quale si sbarra la strada a un confronto con Sator e Palladio. E una posizione più diplomatica da parte della stessa UniCredit che, in una lettera a Premafin inviata dopo una ricognizione di tutti gli istituti interessati, ha chiesto che sia in primo luogo la finanziaria a pronunciarsi sulle proposte alternative.

In parallelo, appunto, si stanno muovendo le authority, in prima battuta Isvap e Consob. Quest’ultima, tra l’altro, ha da gestire il voluminoso esposto inviato giovedì da Sator e Palladio contenente molte richieste di chiarimenti sui punti rimasti ancora oscuri del progetto Unipol-Fonsai. È probabile che nei prossimi giorni inizino a pervenire le prime risposte.

Il punto sul quale le due autorità stanno svolgendo le maggiori analisi è la decisione di Unipol di includere anche Premafin (con i suoi debiti) nella fusione finale a quattro con la stessa Unipol, Fonsai e la sua controllata Milano Assicurazioni. È un passaggio che potrebbe essere considerato rilevante sia a fini di stabilità (su cui è all’opera l’Isvap) sia per decidere se la compagnia bolognese potrà ottenere l’esenzione da un’Opa su Premafin e Fonsai (oggetto delle analisi della Consob). Si contrappongono diverse interpretazioni. Sator e Palladio sostengono che, escludendo Premafin con i suoi debiti dal perimetro dell’operazione, Fonsai migliorerebbe i suoi margini di solvibilità e potrebbe ridurre l’ammontare del suo margine di solvibilità ma l’ipotesi è controversa perchè già attualmente l’indebitamento della holding è incluso nel calcolo della solvibilità corretta del gruppo assicurativo.

Sul fronte Consob la presenza di Premafin nella fusione finale potrebbe rendere più difficile esentare l’operazione dall’Opa e un diniego, in alternativa a un’offerta, potrebbe aprire la strada a un’assemblea con il voto decisivo delle minoranze (in primo luogo Sator e Palladio). Se vi fosse un semaforo rosso, peraltro, l’operazione cambierebbe connotati e la condizione di esclusiva, nei fatti, verrebbe superata. Ieri intanto l’agenzia di stampa Ansa ha calcolato le sanzioni che la Consob potrebbe comminare per le partecipazioni non dichiarate, riconducibili ai Ligresti e disseminate in diversi trust: 0,5 milioni a carico di Ligresti e 2,5 milioni per i trust.

Autore: Riccardo Sabbatini – Il Sole 24 Ore (Articolo originale)

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