Sei negoziali selezionano le compagnie che dovranno erogare i vitalizi
Caccia alla rendita, si replica. Assofondipensione, l’associazione dei fondi pensione negoziali, sta per lanciare un bando per la ricerca di una o più compagnie assicurative cui affidare l’erogazione delle rendite complementari e della copertura long term care (Ltc). È la seconda selezione di questo tipo realizzata da Assofondipensione, con la collaborazione di Mefop: la prima aveva portato nel 2009 ad affidare a Unipol l’erogazione delle prestazioni pensionistiche di secondo pilastro, per un primo pool di fondi di categoria (Generali e Ina Assitalia si aggiudicarono le coperture long term care). Ora tocca ad altri sei fondi pensione ricercare il soggetto cui affidare l’incarico: Espero (scuola), Laborfonds (Trentino Alto Adige), Fopen (Enel), Solidarietà Veneto (Veneto), Prevedi (edili) e Cometa (metalmeccanici), ossia il fondo pensione con il maggior numero di iscritti, 440mila. Non si esclude che, da qui all’ufficializzazione del bando ad aprile, si possano aggiungere altri fondi.
La tabella di marcia prevede per la fine del mese prossimo la pubblicazione del bando e per fine giugno la proclamazione del o dei vincitori, cui assegnare l’incarico di erogare rendite pensionistiche a 783.004 lavoratori, iscritti ai sei fondi citati poco fa. Un mandato che andrà a scadenza nel 2019, in contemporanea con quello assegnato nel 2009, in modo da allinearli e decidere, fra sette anni, se assegnare un altro mandato oppure se decidere di erogare direttamente le prestazioni pensionistiche, come previsto dall’attesa riforma dell’art. 7 bis del d.lgs 252/2005.
Analogamente a tre anni fa, la compagnia selezionata sarà chiamata a distribuire prestazioni vitalizie semplici, reversibili, rendite certe a 5 anni e a 10 anni, rendite controassicurate (con restituzione ai beneficiari dell’eventuale capitale residuo in caso di decesso del pensionato) e Ltc, che raddoppia la rendita in caso di non autosufficienza. Rispetto al bando chiusosi tre anni fa, cambiano in parte i criteri di selezione delle compagnie assicurative: non più scelte in base al loro rating – strumento che non ha retto alle prove della recente crisi finanziaria e oggetto di riforma anche da parte delle autorità di vigilanza – ma alla loro solvibilità: a partire dall’indice minimo di 100, indicato da Isvap. Altro parametro di valutazione da parte di Assofondipensione, il tipo di prestazione offerto dalla compagnia: la base di partenza sono le tavole Ips55, che considerano cioè come baricentro demografico i nati nel 1955; nel bando precedente erano state considerate le tavole Rgs48 (baricentro 1948) “corrette”, in base a un complesso calcolo di adeguamento demografico. Ovviamente, più aggiornata è la “fotografia” della base demografica su cui calcolare le aspettative di vita e quindi le pensioni di scorta – e meno generose saranno le stesse.
La rendita, infatti, viene parametrata in base alla distanza dall’anno del pensionamento con l’età media: maggiore è il numero di anni residuo, maggiore il numero di anni per cui dividere il montante accumulato durante la vita lavorativa e minore sarà la prestazione periodica. E viceversa. Prendiamo ad esempio quanto previsto nella convenzione definita nel 2009 da Assofondipensione: un uomo che va in pensione a 65 anni, avendo accumulato un montante finale di 100mila euro con il proprio fondo pensione, potrà ottenere una rendita vitalizia annua di 6593 euro, che scende a 6547,89 in caso di rendita certa a 5 anni, a 6409,72 se certa a 10 anni e a 5955,25 in caso di restituzione del capitale. Posticipare il pensionamento di due anni alza le prestazioni rispettivamente a 7083,01 euro, 7017,74 euro, 6817,84 e 6286,90 euro. Queste rendite inglobano anche il tasso tecnico garantito, ossia l’aumento previsto per le prime rate, pari al 2,5%. Il rendimento trattenuto dalla compagnia non potrà salire oltre il 0,6%.
Autore: Marco Lo Conte – Il Sole 24 Ore Plus24