Pazienti contro medici. Con gli avvocati che si fregano le mani e le casse della Asl che, da quest’anno, rischiano di piangere seriamente.
I dati della conflittualità in ambito medico per la provincia di Savona hanno fatto sussultare sulla sedia molti dei primari che, nei giorni scorsi, sono stati informati in incontri tematici (divisi per dipartimento) sulle nuove modalità regionali di assicurazione. Da quest’anno infatti la Liguria ha scelto di istituire un fondo unico per i risarcimenti e di auto-assicurarsi, giudicando troppo onerosi i premi delle assicurazioni. Il fondo stanziato sarà di 15 milioni per tutta la Regione, ma il timore dei medici è che la coperta sia ”corta” e, in caso di maggiori spese, la Corte dei conti potrebbe imporre di rivalersi nei confronti dei singoli professionisti (non solo i medici ma tutti i dipendenti dell’azienda sanitaria).
Il perché di questo timore arriva dai dati che sono stati esposti nel corso degli incontri e riguardano le richieste di risarcimento avanzate nei confronti della Asl negli ultimi anni. Richieste che sono praticamente raddoppiate negli ultimi tre anni di cui si hanno i dati (il triennio 2008-2010) arrivando a 170 circa nell’ultimo anno, il 2010. Di queste, un 4% circa si è poi trasformato in un procedimento penale, le altre invece sono state risolte come conciliazione (una piccola percentuale) o sono finite nel calderone della giustizia civile con i suoi tempi mastodontici.
L’altro dato “inquietante” – secondo quanto raccontato dagli esperti ai medici – è l’aumento della cifra pagata dalle compagnie assicurative (sino all’ottobre 2011 per la Asl 2 era la “Faro Assicurazioni”) per i risarcimenti danni: nel 2010 sono stati pagati 6 milioni e 700mila euro, in aumento rispetto all’anno precedente. A fronte di un “premio” che all’epoca vedeva la Asl pagare intorno ai 5 milioni l’anno all’assicurazione genovese.
Insomma, se le cifre dovessero rimanere in questa scia, i 15 milioni stanziati dalla Regione per coprire tutte e cinque le Asl della Liguria con questo grado di conflittualità sarebbero davvero troppo pochi. Ma il calcolo fatto in sede regionale è che in caso di auto-tutela e senza compagnie assicurative di mezzo i risarcimenti saranno minori e anche le richieste siano destinate a calare: se prima ci pensavano le assicurazioni, adesso si favorirà di più la mediazione tra le parti per evitare le cause.
Ma la tendenza dimostra il contrario, come conferma l’avvocato Massimo Botta, che ha seguito per conto delle compagnie assicurative parecchie delle cause e delle richieste avanzate nei confronti della Asl savonese.
«Le richieste sono praticamente raddoppiate nel giro degli ultimi tre anni – conferma Botta – e il dato è notevole, anche se risulta inferiore alla media nazionale che è più alta». Più errori dei medici? «No, – risponde Botta – è una questione culturale e comportamentale: adesso i pazienti, rispetto a prima, sono più informati (a volte male) e soprattutto più consci dei propri diritti e questo crea una tensione maggiore nei rapporti con lo specialista in particolare laddove il risultato finale dell’intervento non è all’altezza delle aspettative del soggetto».
Non c’è stato invece un aumento delle cause penali per colpe mediche, che, secondo Botta, restano intorno al 4% delle richieste complessive di danni. Ma che il ricorso al penale possa essere una ”scorciatoia” per agevolare e accelerare un eventuale richiesta di risarcimento Botta non lo nega: «La querela in effetti può essere un mezzo per mettere pressione, ma è un’arma a doppio taglio, perché in caso di sentenza sfavorevole poi si presta il fianco a una contro-causa per diffamazione o calunnia». Quello delle richieste ”improprie” o esagerate nella quantità è un altro lato del problema che i professionisti del settore conoscono bene proprio per la spregiudicatezza di certi ricorsi: «Sulla base della mia esperienza, perché non ho i dati sottomano, direi che un 80% delle richieste di danni sfociano effettivamente in un risarcimento al cittadino, ma che di queste, un altro 80% finisce per essere di dimensioni molto inferiori rispetto a quanto stimato dal richiedente all’inizio della controversia».
Autore: Emanuele Rossi – Il Secolo XIX (Articolo originale)