Il piano di integrazione Unipol-Fonsai procede senza particolari intoppi anche se per la definizione della forchetta dei concambi ci vorranno almeno due-tre settimane. E’ quanto riferiscono alcune fonti vicine alla situazione. Si tratta di un lieve slittamento rispetto all’obiettivo dichiarato di arrivare alla definizione di una forchetta di concambi in tempo per i Cda di domani. “Ci vorranno due-tre settimane ancora. Ma questo non impatta sull’iter dell’operazione che va avanti“, spiega una delle fonti.
I Cda di domani sono chiamati ad approvare i conti del 2011. Dal consiglio Unipol non si esclude che possano uscire i primi dettagli sul piano industriale legato all’operazione. Lunedì invece ci sono le assemblee di Fonsai e Unipol per due aumenti di capitale, entrambi fino a 1,1 miliardi di euro. Sull’entità dell’aumento Fonsai, una fonte spiega che “non sarà inferiore al miliardo“.
Nei giorni scorsi Premafin aveva chiesto agli amministratori di Fonsai di valutare la possibilità di una riduzione dell’aumento, annunciato fino a 1,1 miliardi, anche alla luce delle migliorate condizioni dei mercati. L’Isvap, tuttavia, ha inviato una lettera a Fonsai richiamando al rispetto dei programmi già concordati sulla base dei dati stimati a fine 2011 e senza dare eccessivo peso alle mutate condizioni in un mercato che resta comunque volatile.
La ricapitalizzazione è fondamentale per risollevare il Solvency ratio della compagnia che a fine gennaio era stimato al 75%, quindi ben sotto la soglia ritenuta di sicurezza di almeno il 120%. Il 2011 dovrebbe chiudersi per Fonsai – sulla base delle stime formulate dalla stessa compagnia – con un rosso di 1,1 miliardi a causa di adeguamenti sulle riserve sinistri dell’RC Auto per 790 milioni e svalutazioni di immobili per 145 milioni, aggiuntive rispetto ai 165 milioni già comunicati.
Sullo sfondo resta l’offerta formulata da Palladio e Sator su Premafin, holding a monte della catena Fonsai-Milano. Le due finanziarie – guidate rispettivamente da Roberto Meneguzzo e Matteo Arpe – hanno messo sul piatto 400 milioni per l’ingresso in Premafin tramite un aumento di capitale loro riservato. A questo si aggiunge un aumento di capitale da offrire in opzione ai soci da 50 milioni, garantito da un consorzio guidato da Banca Profilo.
L’offerta è valida fino al terzo giorno successivo alla data dell’assemblea di Fonsai sull’aumento. Tuttavia i due investitori si sono riservati la facoltà di recedere in anticipo dall’offerta qualora non fossero messi in condizione di presentare il piano di ristrutturazione del debito Premafin alle banche creditrici entro i 5 giorni lavorativi successivi all’8 marzo, data in cui è stata comunicata la proroga.
Il piano è stato accolto con freddezza da UniCredit e Mediobanca, le due principali banche creditrici. Il Cda di Premafin ha dichiarato di non potersi esprimere in quanto ha un accordo in esclusiva con Unipol e proprio in considerazione della mancata disponibilità delle banche a visionare il piano.
Autori: Gianluca Semeraro e Andrea Mandalà – Reuters Italia (Articolo originale)