Tra Unipol e Sator-Palladio siamo alle diffide reciproche affidate ai rispettivi avvocati. In una lettera inviata lunedì ai due fondi d’investimento – firmata dallo studio Chiomenti e indirizzata per conoscenza anche a Premafin – la compagnia emiliana li ha sostanzialmente accusati «di ledere i suoi interessi patrimoniali e non patrimoniali» attraverso la loro proposta alternativa al suo piano di salvataggio di Premafin-Fonsai. E li ha diffidati dal proseguire le loro «illecite iniziative». Immediata è stata la risposta degli avvocati Giuseppe Cannizzaro e Aulo Cossu per conto dei due fondi d’investimento, affidata ieri ad una lettera. Ribattendo alle accuse punto per punto e rivendicando la loro «massima correttezza e trasparenza», Sator e Palladio hanno ribadito che, «in un irrinunciabile contesto di libera concorrenza, coltiveranno l’offerta nei modi e nei termini di legge», ed hanno diffidato a loro volta la compagnia bolognese dal continuare «a coinvolgere in questo carteggio Premafin» da cui Sator e Palladio attendono ancora una risposta di merito alle loro proposte alternative.
Alla vigilia dei due Cda paralleli di Fonsai e Unipol che oggi approveranno i bilanci 2011 e, soprattutto, delle assemblee societarie di lunedì chiamate a varare i rispettivi aumenti di capitale (per entrambi fino a 1100 milioni), si alza il tono, almeno epistolare, dello scontro tra i piani alternativi per il salvataggio della Fonsai. Sator e Palladio, nelle loro risposte, fanno capire di non essere affatto intenzionati a gettare la spugna ed un indizio della loro determinazione si può cogliere anche nella sfilza di domande – non se ne conosce il contenuto – inviate agli amministratori di Fonsai in occasione dell’assemblea.
Ed ecco le rispettive posizioni come emergono, senza mezzi termini, dallo loro corrispondenza. Unipol ha accusato Sator-Palladio di diffamazione per aver giudicato la sua proposta di integrazione «potenzialmente lesiva degli interessi degli azionisti di minoranza». Sono volate parole grosse di «indebita ed illecita interferenza». E la minaccia di ritenere i due investitori «corresponsabili a tutti gli effetti» dei danni di «rilevantissima entità» che Unipol potrebbe subire qualora Premafin, per effetto di simili pressioni, «dovesse venir meno agli obblighi contratti con Unipol gruppo». È proprio su quest’ultimo punto che si concentra la risposta di Sator-Palladio. Quella di Unipol – osservano i loro legali – si configura come un’operazione di salvataggio e proprio su questa base, in aggiunta ai sacrifici richiesti al sistema bancario ed agli azionisti delle società interessate, sono state richieste specifiche esenzioni dalla normativa dell’Opa. Ma «dichiarare che Unipol subirebbe rilevanti danni dal mancato salvataggio di Premafin e Fonsai è palesemente incongruo con la richiesta di esenzione dall’Obbligo di Opa».
Autore: Riccardo Sabbatini – Il Sole 24 Ore