Opinione della Settimana

Ania alle prese col pericolo di fuga

L’ipotesi riguarda in particolare le imprese bancassicurative, le quali devono versare il contributo in base ai premi raccolti. Intanto l’Abi sarebbe pronta ad accogliere le assicurazioni che collocano polizze in filiale.

Un altro dossier spinoso arriva sul tavolo del nuovo presidente dell’Ania Aldo Minucci (nella foto), salito lo scorso dicembre al vertice dell’associazione delle compagnie di assicurazione italiane. Qualche società starebbe infatti valutando l’ipotesi di lasciare l’organizzazione.

Dopo le complicate trattative per il rinnovo del contratto assicurativo (firmato la scorsa settimana dopo oltre due anni di braccio di ferro), l’intricato fascicolo del decreto liberalizzazioni ora al vaglio della Camera (che produrrà cambiamenti importanti nell’attività assicurativa) e l’impegnativo tavolo aperto con il ministro Elsa Fornero per la riforma del Lavoro, si apre quindi un nuovo fronte su cui il neopresidente dell’Ania dovrà lavorare nei prossimi mesi. Obiettivo: evitare possibili fuoriuscite delle compagnie assicurative dall’associazione. La questione riguarda in particolare le compagnie di bancassicurazione e tra i nomi che circolano con più insistenza c’è quello delle società del gruppo Intesa Sanpaolo che, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, avrebbero già deciso di lasciare l’Ania. Anche se non tutte le partecipate bancassicurative di Ca’ de Sass potrebbero essere coinvolte dall’iniziativa.

Il nodo riguarderebbe i contributi che le compagnie devono versare all’Ania per beneficiare dei servizi dell’associazione e che vengono determinati in base ai premi complessivi raccolti dalle imprese. Un criterio che rende più costosa l’adesione per le imprese bancassicurative, caratterizzate da una raccolta più elevata rispetto alle imprese che distribuiscono tramite reti di agenti, anche se i loro margini di guadagno sono in media più contenuti. Seguendo questo criterio, Intesa Sanpaolo potrebbe quindi scegliere di ritirare le controllate che presentano una raccolta più elevata (per esempio, le controllate attive nel ramo Vita), mantenendo la presenza nell’associazione della partecipata che lavora nel ramo Danni (le cui dimensioni sono più contenute).

Su questa scelta (e sulle mosse di altre compagnie bancassicurative) rischia di avere un ruolo decisivo anche l’Abi, l’associazione che finora ha rappresentato esclusivamente le banche, ma che nelle scorse settimane si sarebbe detta pronta ad accogliere al proprio interno anche compagnie di bancassicurazione. L’occasione per affrontare la questione si presenterà già martedì prossimo, quando si riunirà il prossimo comitato esecutivo dell’Ania. In ogni caso, la defezione di Intesa Sanpaolo, non sarebbe una novità assoluta per l’Ania. Già nel 2003 l’allora amministratore delegato di Ras, Mario Greco, aveva polemicamente scelto di rimanere fuori dalla giunta dell’associazione.

Autore: Anna Messia – Milano Finanza (Estratto articolo originale)

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