Nei momenti di crisi dei mercati Generali fa appello alla solidità dei suo business industriale. È accaduto così anche nel 2011 anno in cui il turmoil delle borse e dei titoli pubblici ha dimezzato, in pratica, l’utile netto della compagnia triestina caduto ad 856 milioni rispetto ai 1,7 miliardi dell’esercizio precedente. Il dividendo per azione che verrà proposto alla prossima assemblea si ridurrà in proporzione (da 0,45 a 0,20 euro). Il preconsuntivo è stato approvato ieri dal Cda della compagnia che porterà al meeting degli azionisti la conferma del presidente Gabriele Galateri (nella foto, di Marino Sterle-Trieste). Il dato era ampiamente scontato ma, come spesso accade alla Generali in simili circostanze, si erano ugualmente diffusi rumor contrari.
Tornando al bilancio il risultato del 2011 è stato pesantemente condizionato dalle svalutazioni per 1.017 milioni effettuate dal gruppo e relative soprattutto ai titoli greci (472 milioni), alla partecipazione in Telco (307 milioni) ed al portafoglio degli altri investimenti azionari (231 milioni). In questo contesto, appunto, ha retto il business operativo della società che si è chiuso con un risultato di 3,9 miliardi (4,1 miliardi nel 2010). Il segmento danni realizza un consistente miglioramento dei guadagni operativi (+38,3% a 1,5 miliardi) con un combined ratio, il rapporto tra spese e premi, migliorato di 2,3 punti al 96,5 per cento. Peggiora invece il risultato del vita (-16% a 2,5 miliardi) su cui ha soprattutto influito l’andamento del margine finanziario e dunque, ancora una volta, dei mercati.
«In un anno caratterizzato dalla crisi del debito sovrano – ha commentato il group ceo Giovanni Perissinotto – abbiamo confermato la nostra capacità di realizzare solidi risultati industriali». «Il risultato operativo – ha aggiunto – è stato influenzato da componenti straordinarie. Prevediamo quindi per l’esercizio in corso un utile in forte crescita».
Autore: Riccardo Sabbatini – Il Sole 24 Ore (Articolo originale)