Opinione della Settimana

FonSai pressa Unipol sui concambi

Lettera della compagnia: urgente avere i dati della due diligence. Oggi summit per l’impairment sulla quota detenuta da Premafin nella controllata.

Fondiaria Sai scrive a Unipol. A quanto risulta, nel corso del consiglio di amministrazione della compagnia, tenuto a valle dell’assemblea di lunedì 10 marzo, gli amministratori di FonSai avrebbero dato mandato al management di sollecitare la compagnia di Bologna perché fornisca in tempi celeri informazioni indispensabili al completamento della due diligence e all’individuazione di prime ipotesi di concambio.

In virtù di questo, nei giorni scorsi il vertice di FonSai avrebbe inviato una lettera formale volta a ottenere da Unipol i numeri necessari. Quello che sulla carta potrebbe sembrare un gesto perentorio, in realtà in ambienti vicini a Via Stalingrado sarebbe stato valutato come una normale iniziativa legata al costante scambio e flusso di informazioni tipico di questa fase negoziale. Caratterizzata, si fa sapere, da un clima comunque collaborativo e tendenzialmente sereno. Detto questo, la mossa di Fondiaria Sai fa comunque intendere che la formalizzazione di prime ipotesi di concambio potrebbe richiedere più tempo del previsto.

Questo mentre sull’altro fronte, ossia quello di Premafin, la holding si prepara a mettere un punto fermo. Oggi Maurizio Dallocchio incontrerà, assieme a PricewaterhouseCoopers, il vertice della finanziaria per illustrare l’esito degli impairment test su Fondiaria Sai. Al momento non è dato sapere con precisione il risultato dell’analisi, tuttavia la valutazione della compagnia, stando a quanto è stato possibile ricostruire, partirebbe dall’assunto, condiviso anche con le prime linee del gruppo, che non si possono non considerare i recenti progressi della società.

In ragione di questo, alcuni ritengono che il valore di partenza sul quale costruire la valutazione di FonSai possa essere nell’intorno dei 3 euro a titolo. Valore più che doppio rispetto a quella che è l’attuale quotazione di Borsa. Certo, la cifra è meno della metà della somma alla quale Premafin ha iscritto a bilancio la partecipazione nella compagnia assicurativa, 7,8 euro a titolo, ma è comunque rilevante.

Oggi, in ogni caso, Dallocchio e PricewaterhouseCoopers daranno a Premafin la propria valutazione. Una versione che per la holding potrebbe rappresentare un punto fermo attorno al quale far girare il negoziato con Unipol per la determinazione del prezzo dell’aumento di capitale della finanziaria. Tassello attualmente mancante ma che per forza di cose dovrà andare a comporre il mosaico prima del consiglio di amministrazione di Premafin del 3o marzo. Le parti sono al momento distanti ma l’obiettivo è trovare in tempi stretti un accordo. Stabilire il valore di Premafin significa definire il numero di nuove azioni che verranno emesse e quindi formalizzare su carta la diluizione della famiglia Ligresti nel capitale della holding, passaggio fondamentale in vista di un possibile esercizio del diritto di recesso in sede di fusione.

Nel frattempo, Sator e Palladio hanno deciso di prorogare la propria offerta fino al 30 aprile (con possibilità di recedere in qualsiasi momento con due giorni di preavviso nel caso si verificassero elementi ostativi). La decisione era attesa, soprattutto a valle della conference call con gli analisti di martedì 20 marzo durante la quale Matteo Arpe ha fatto intendere di non escludere che l’accordo di esclusiva tra Premafin e Unipol possa saltare per effetto di eventi esterni.

In particolare, l’attesa è per i responsi delle Authority. La prima a prendere la parola dovrebbe essere l’Isvap, il cui parere, stando alla tabella di marcia del maxi progetto di integrazione, dovrebbe arrivare entro fine mese, al più tardi per inizio aprile. A valle toccherà poi alla Consob esprimersi. E il faro è puntato sulla partecipazione di Premafin al progetto di integrazione. Intanto, è stata ufficializzata ieri alla Consob l’intestazione risalente al 9 marzo alla Arepo Pr spa della quota del 3,01% di Fondiaria Sai in capo a Sator rispetto alla precedente dichiarazione che riferiva la quota al fondatore di Sator Matteo Arpe.

Autore: Laura Galvagni – Il Sole 24 Ore

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