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GARONNA: «MEDICAL MALPRACTICE MERCATO EMERGENTE, A PATTO PERO’….»

Il direttore generale dell’Ania fortemente contrario all’eventualità di obbligo a contrarre in questo settore. Paparella (Aiba): «Il sistema è attualmente al collasso…».  

ROMA – Se non altro qualcosa si muove. Il convegno organizzato dall’Aiba giovedì scorso sulla medical malpractice e sui relativi costi assicurativi ha almeno avuto il merito di richiamare l’attenzione non solo degli addetti ai lavori su un problema che è serio e che tocca non solo i bilanci dello Stato che, secondo una ricerca dell’associazione dei broker, dovrebbe spendere 1,6 miliardi di euro l’anno per rispondere alle esigenze assicurative delle aziende sanitarie.

Spesso si punta l’indice sul fatto che manchino dati in questa materia. «Non è vero», ha detto Francesco Paparella, presidente dell’Aiba. «Ci sono diverse fonti informative sul problema del risk management delle aziende ospedaliere e della rischiosità della professione medica. Aiba cerca di stimolare tutte le parti interessate perché mettano a fattor comune le proprie conoscenze tecniche, allo scopo di favorire la condivisione dei dati per individuare una soluzione praticabile, coerente ed efficace che, oltre a ridare ordine al comparto, possa offrire tutela reale ai cittadini vittime di comportamenti gravemente colposi da parte della classe medica. Questo è un problema che gli altri Paesi europei hanno già affrontato e risolto. Da noi, invece, il sistema sta collassando».

Oggi si assiste alla tendenza da parte delle compagnie ad abbandonare questo comparto. «Il mercato assicurativo italiano», ha affermato Paparella, «non presenta un’ampia offerta di questa tipologia di coperture: da un lato per l’assenza di interlocutori professionali in grado di affrontare un rischio caratterizzato da bassa frequenza ma di consistente portata economica; dall’altro per la carenza di un modello matematico di tariffazione fondato su principi metodologici pertinenti e robusti dal punto di vista dell’approccio statistico-attuariale». Aiba si è concentrata proprio su questo ultimo punto, grazie a una partnership avviata con il dipartimento di scienze statistiche dell’Università La Sapienza di Roma.

IL PUNTO DELL’ANIA – «Quello della medical malpractice non è un problema settoriale del mercato assicurativo», ha detto Paolo Garonna (nella foto a destra), direttore generale dell’Ania nel suo intervento, «ma ha una sua valenza in senso lato. Il costo dei premi è in aumento, la riduzione dell’attenzione delle compagnie è evidente, come pure la crescita dei contenziosi, che spesso assumono aspetti violenti sulla opinione pubblica. Il problema è reale e gli studi dell’Ocse ci dicono che è comune ai Paesi. In questo quadro, il ruolo che svolge l’assicurazione è importante. Certo in questo momento ci sono delle difficoltà, ma personalmente sono convinto che sia un mercato emergente e che possiamo rilanciare a patto, però, che si rispettino alcune condizioni. La Rc sanitaria rientra nell’ottica dei rischi di lungo periodo e richiede, quindi, maggiori investimenti. Il nostro, tuttavia, è un mercato aperto, concorrenziale, con broker specialisti che lavorano in modo efficiente. Anche il Governo dovrebbe fare la sua parte. Ho sentito parlare di obbligo a contrarre in questo settore, ciò produrrebbe effetti dannosi per le assicurazioni. Semmai si dovrebbe intervenire per diminuire la leva fiscale sui contratti assicurativi. Credo che gli ambiti su cui lavorare debbano riguardare il radicamento sul sistema sanitario della cultura del risk management e la determinazione in forma standardizzata dei danni non patrimoniali e qui è necessario l’intervento del legislatore. Da parte di Ania c’è tutta la disponibilità a fornire supporto allo scopo di facilitare il dialogo tra gli operatori e di diffondere la cultura del rischio»

IL MODELLO DI PRICING – Aiba, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, ha elaborato una ricerca su un campione di 126 strutture ospedaliere su tutto il territorio nazionale che ha determinato il fair value (valore corretto) del premio puro calcolato senza considerare i caricamenti. «Nei primi incontri con Aiba si è ritenuto necessario approfondire il tema del pricing, la valutazione del rischio della malpractice e le variabili che influiscono sulla maggiore potenzialità del rischio stesso», ha spiegato Paolo De Angelis (nella foto a sinistra), professore ordinario di tecnica e finanza delle assicurazioni dell’Università La Sapienza di Roma.

«Il modello attuariale per il pricing dei rischi medical malpractice ha seguito un approccio di tipo multifase, basato su sei fattori: costituzione della base dati sui rischi assicurati  per l’identificazione a priori del rischio; costituzione della base dati sui sinistri; definizione e costituzione di ratios tecnici su dati storici; implementazione di un modello di analisi multivariata per la selezione delle variabili tariffarie; classificazione a priori di un nuovo rischio in uno dei cluster identificati; pricing del rischio secondo il modello adottato. La base dati rischi ideale ha tenuto conto di quattro macroaree: strutture, personale, posti letto, logistica. Quella sui sinistri ha considerato le informazioni, i costi e la causale del sinistro. La determinazione del premio è ottenuta come prodotto tra la frequenza e il costo medio dei sinistri».

SINERGIA SETTORI PUBBLICO-PRIVATO – La soluzione proposta dall’associazione dei broker si basa sulla collaborazione fra il settore pubblico e quello privato. In particolare, la determinazione della parte di rischio che per frequenza e costo medio potrebbe essere finanziata attraverso un contributo, fiscale o di altra natura, su base nazionale costituendo un primo strato di competenza pubblica, gestito da un Fondo di Solidarietà Nazionale. Si potrebbe pensare, per esempio, alla Consap (Concessionaria servizi assicurativi pubblici), che gestisce già il Fondo di garanzia per le vittime della strada.

«In generale», evidenzia Paolo Panarelli, direttore generale della concessionaria, «l’intervento del fondo può essere esclusivo, principale o sussidiario. Nel nostro Paese si è affermato quello sussidiario dell’assicuratore pubblico che è complementare al mercato privato. Il fondo può servire alle vittime, alle strutture pubbliche e alle imprese. Anche in Germania, per esempio, si sta parlando di istituire un fondo di garanzia per i danni causati dalla medical malpractice. Rispetto alla maggior parte dei paesi europei, in Italia non c’è ancora un’adeguata gestione del rischio nei casi di malasanità, malgrado il diritto alla salute sia garantito dall’ordinamento giuridico».

dall’inviato  Fabio Sgroi – Direttore Intermedia Channel

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