L’associazione dei consumatori chiede alle Procure di Roma e Milano di fare luce sull’omessa vigilanza di Consob e Isvap e sul conflitto di interessi nella valutazione del professore Maurizio Dallocchio.
Sulla presunta omessa vigilanza della Consob e dell’Isvap sulla questione Fondiaria Sai e su altro, Adusbef, Associazione difesa utenti servizi bancari e finaziari, ha presentato nella giornata di ieri ulteriori esposti denunce presso le Procure della Repubblica di Roma e Milano, a integrazione di quelle depositate il 14 gennaio scorso. In particolare, l’associazione dei consumatori presieduta da Elio Lannutti (nella foto) chiede di aprire un’indagine volta a verificare:
1) «Se non costituisca grave conflitto di interessi la valutazione a 3,95 euro, il quadruplo del valore di borsa di Fonsai del prof. Maurizio Dallocchio, ordinario di finanza aziendale alla Bocconi, consigliere in Banca Akros, presidente del Cda di City Life (partecipata da Generali Properties spa, Gruppo Allianz e Immobiliare Milano Assicurazioni spa del gruppo Fondiaria-Sai) e amministratore di Banca Sai dello stesso Ligresti;
2) se tale valutazione della controllata Fonsai a 3,95 euro, un valore lontano dalle quotazioni di borsa pari a 1 euro, non sia stato prezzato ad hoc con la finalità di evitare un aumento di capitale per ricostituire il patrimonio della holding, molto diverso dai 400 milioni di euro, previsti per la fusione con la compagnia Unipol;
3) se la Procura non debba indagare sull’omessa vigilanza della Consob, che non ha mai vigilato sulla voragine dei conti, in particolare sulla funzione svolta dall’ex presidente Consob Lamberto Cardia, che sembra abbia chiuso gli occhi sui bilanci del gruppo Ligresti, forse per non disturbare le consulenze del figliolo, avv. Marco Cardia e le generose offerte di inquilinato, anche come uso ufficio, nel vasto patrimonio immobiliare di Salvatore Ligresti;
4) se la Procura non debba approfondire il ruolo svolto dall’Isvap, in particolare del suo presidente Giancarlo Giannini, che mirava ad una proroga di un biennio nella comoda poltrona dell’istituto, e quali le ragioni degli omessi rilievi sui bilanci in perdita e sulle allegre gestioni dei famigliari di Ligresti, che oltre alle consulenze di 40 milioni a Salvatore Ligresti, al cavallo Toulon in leasing Unicredit ed in uso alla signora Jonella Ligresti al costo di 1,4 milioni di euro l’anno, ha omesso la doverosa vigilanza su un buco di oltre due miliardi di euro negli ultimi due anni, forse per non disturbare troppo Andrea Giannini, figlio del presidente dell’Autorità di controllo sulle assicurazioni Giancarlo, assoldato in Fondiaria, secondo quanto ricostruito da Il Fatto Quotidiano;
5) se la Procura non debba verificare le ragioni degli allegri fidi erogati al gruppo Ligresti, compreso il ruolo di Bankitalia e Mediobanca,che non hanno mai smesso di proteggere un gruppo presente nel patto di sindacato e se questo non abbia integrato profili penalmente rilevanti».
Redazione Intermedia Channel