Un “copia e incolla” risolveva molti problemi nei consigli di amministrazione della Milano Assicurazioni, quando si discuteva di affari con le società dei Ligresti. Il 3 luglio 2003 il cda della compagnia controllata da Fondiaria-Sai si riunisce per valutare un progetto in via Lancetti a Milano. L’operazione prevede che la Milano Assicurazioni ceda un terreno alla Imco (società della galassia Ligresti) che provvederà a realizzare un complesso immobiliare, il quale verrà poi acquistato dalla stessa Milano Assicurazioni. Una triangolazione da 36,4 milioni di euro che i consiglieri della compagnia spiegano con uno stringato ragionamento, trascritto nel verbale della riunione: «Milano trasferirebbe sulla società costruttrice ogni rischio imprenditoriale, assumendo quest’ultima ogni impegno di tipo organizzativo e di controllo del cantiere e mantenendo quindi Milano Assicurazioni un mero ruolo di investitore. Inoltre il prezzo d’acquisto fissato ab origine garantisce la Compagnia da ogni revisione dei prezzi dei materiali e della mano d’opera. La Compagnia, quindi, all’esito dell’operazione, risulterà proprietaria di un importante cespite immobiliare a valori di mercato, senza accollarsi gli oneri imprenditoriali (ed i rischi connessi) tipici dell’attività di costruzione».
Passano 13 giorni e il cda si riunisce ancora per esaminare un progetto da 96,2 milioni di euro in via Fiorentini a Roma. Cambia la città, ma la triangolazione è identica: Milano Assicurazioni cede un terreno alla Avvenimenti e Sviluppo Alberghiero, una srl dei Ligresti, la quale costruirà alcuni edifici che la compagnia si impegnerà ad acquistare. Quale interesse ha Fonsai a realizzare l’operazione? Ecco il “copia e incolla” nel verbale del cda: «Milano trasferirebbe sulla società costruttrice ogni rischio imprenditoriale…» e via dicendo. Le parole sono le stesse di 13 giorni prima, le virgole anche. Ma non finisce qui. Il vizio del “copia e incolla” si ripete due anni e tre mesi dopo, il 20 ottobre 2005. Il cda della Milano Assicurazioni deve valutare un progetto immobiliare in via Confalonieri a Milano. Anche in questo caso venderà un terreno alla Imco (dei Ligresti), che realizzerà un edificio che la compagnia acquisterà per 93,7 milioni. Il motivo? Perché così «Milano trasferirebbe sulla società costruttrice…», eccetera eccetera, scrive l’estensore del verbale. Parole ancora una volta identiche, virgole comprese.
Le motivazioni-fotocopia spuntano dalla relazione dei sindaci di Fondiaria-Sai in risposta alla denuncia presentata dal fondo Amber il 17 ottobre 2011. Ma quella relazione evidenzia anche qualcos’altro. E cioé che in ognuna delle sette operazioni di Fonsai con parti correlate (cioé con società della famiglia Ligresti) le imprese del finanziere siciliano ricevevano un anticipo per la realizzazione degli immobili che sarebbero poi stati acquistati dal gruppo Fonsai. L’importo però era sempre superiore a ciò che le società costruttrici versavano per rilevare i terreni: in pratica i Ligresti non scucivano un euro. E il prezzo finale degli immobili lievitava a causa delle varianti al progetto. I sindaci di Fonsai rivelano anche che non sono mai state «intraprese dalla società operazioni similari…con soggetti non parti correlate»: lo schema è stato cioé attuato soltanto con società dei Ligresti. Su questo la procura di Milano indaga. E mentre l’Adusbef ha presentato un nuovo esposto-denuncia (anche sul ruolo di vigilanza di Consob e Isvap), oggi il sostituto procuratore Luigi Orsi riprenderà gli interrogatori.
Autore: Angelo Mincuzzi – Il Sole 24 Ore (Articolo originale)