Il network chiede di prevedere la possibilità regolamentata per l’intermediario di essere remunerato dal cliente con parcella di consulenza.
«L’obbligo di informare su tre offerte Rc auto ha salvaguardato l’obiettivo della trasparenza, ma necessita di una gestione intelligente dell’impatto sulla rete distributiva agenziale e di brokeraggio». A sostenerlo è il Network Assicuratori Democratici della Lombardia, che avanza queste proposte all’Isvap:
– uno standard di condizioni base definito, appunto, dall’istituto di vigilanza, che preveda la scatola nera e sia quotato dalle compagnie senza possibilità di deroghe. Per garantire che l’informazione al cliente utente sia certificata e valutabile oggettivamente.
– siano resi possibili rapporti commerciali tra agenzie di gruppi diversi, come lo sono già fra subagenzie e broker, non solo per le polizze Rc auto, ma per tutte le coperture danni.
– eliminare l’obbligo non solo della triplice informazione Rc auto, ma anche la compilazione dei documenti di adeguatezza per i clienti non “consumatori” (professionisti, enti e imprese).
– prevedere la possibilità regolamentata per l’intermediario di essere remunerato dal cliente con parcella di consulenza, a partire in via sperimentale dal cliente non consumatore, come proposto recentemente anche dall’Aiba.
«Per quanto riguarda la materia tariffaria», afferma il Network, «riconfermando il principio che ogni impresa debba adottare la propria politica, nel rispetto delle disposizioni comunitarie di salvaguardia del mercato, della concorrenza e della trasparenza, auspica che l’indicazione del legislatore produca una revisione radicale, si pure con la necessaria gradualità, dell’ormai obsoleto sistema cosiddetto di bonus malus, con l’obiettivo di valorizzare maggiormente i comportamenti di guida anziché il tipo di veicolo. Infine per quanto riguarda le polizze connesse a finanziamenti richieste dalle banche a fronte della positiva conferma del divieto disposto dall’Isvap di operazioni in conflitto di interessi e della previsione di un testo standard per i contratti vita relativi a questa tipologia, resta incomprensibile la ragione per cui non sono state prese in considerazione analoghe iniziative per ben più diffuse coperture danni (incendio e altri danni al fabbricato nel caso dei mutui)».
Redazione Intermedia Channel