Lettera di Sator e Palladio all’Authority sugli effetti anticoncorrenziali. I fondi criticano anche il ruolo di creditore di Mediobanca
L’operazione di fusione Unipol-Fonsai è sul tavolo dell’Antitrust. Secondo fonti finanziarie, l’Authority presieduta da Giovanni Pitruzzella (nella foto) ha appena aperto formalmente il dossier, avviando la fase 1, preliminare all’apertura della fase istruttoria, che appare praticamente scontata.
Ieri intanto i fondi Sator e Palladio hanno inviato una lunga lettera (circa una trentina di pagine) per segnalare «diversi profili ed effetti anticoncorrenziali» nel progetto di riorganizzazione del gruppo Fonsai presentato da Unipol. Il documento dei due fondi, autori di un piano alternativo a quello di Unipol ma finora non preso in considerazione da Premafin e dalle banche creditrici, sottolinea due tipi di criticità dell’operazione.
Il primo punto è legato agli effetti anticoncorrenziali che verrebbe a concentrare in Unipol-Fonsai oltre il 30% del mercato danni in Italia e circa il 40% dell’Rc auto. Ma il fondi Sator, capitanato da Matteo Arpe e Palladio, guidato da Roberto Meneguzzo, sollecitano l’Authority anche sul doppio ruolo di Mediobanca, creditore delle società coinvolte nella transazione e anche regista dell’operazione di salvataggio di Fonsai, attraverso l’aggregazione con Unipol. La lettera di Sator e Palladio è una mossa non insolita in operazioni di grande rilievo, che vanta, per esempio, alcuni precedenti legati al mondo delle telecomunicazioni.
Tornando, invece al ruolo dell’Antitrust, dopo l’apertura del dossier con la fase 1, che è slegato dalla lettera di Sator-Palladio, avrà 30 giorni, dunque fino a fine aprile, per prendere la decisione sul proseguimento delle indagini, che a loro volta si devono chiudere entro 45 giorni. Poi la tempistica prevede la richiesta di parere all’Isvap sugli aspetti generali dell’operazione e il responso, atteso entro la metà di luglio, che può prevedere la bocciatura della fusione, un parere positivo senza altri vincoli o un sì condizionato a talune condizioni.
Su Fonsai c’era già stato un intervento dell’Antitrust in passato. Per la precisione nove anni fa, nel 2003, quando si era espresso sul controllo di Mediobanca (insieme alla holding Premafin) su Fonsai, revocando i provvedimenti del 2002 anche alla luce del fatto che Piazzetta Cuccia non era più creditrice di Fondiaria. Attualmente invece Mediobanca è esposta per oltre un miliardo sul gruppo Ligresti.
Autore: Luca Fornovo – La Stampa