“Prima avviene il decesso, più alto è il rendimento”. Vittime del sodalizio criminale un centinaio di persone: medici, avvocati, commercianti. Tre denunciati: due promotori finanziari e un agente assicurativo.
Porzioni di polizze di cittadini americani, malati terminali di cancro, con rendimento calcolato sull’aspettativa di vita dell’assicurato: prima avviene il decesso, più alto è il guadagno. E’ una delle sconcertanti “offerte” finanziarie accertate dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Pesaro che hanno smascherato un sodalizio criminale capace di truffare un centinaio di persone della zona – per lo più medici, avvocati e commercianti – per un totale di oltre 30 milioni di euro. Tre i soggetti denunciati alla procura locale, due promotori finanziari e un agente assicurativo: sono ritenuti responsabili in concorso del reato del truffa aggravata, abusivismo finanziario e, solo due di essi, di abusivismo assicurativo e intermediazione assicurativa. In caso di condanna rischiano pene fino ad un massimo di cinque anni di carcere.
In sostanza, secondo gli investigatori, i tre, tutti marchigiani, “collocavano in maniera illecita prodotti assicurativi, che in realtà nascondevano investimenti ad alto rischio finanziario, nonché polizze sulla vita di malati terminali. Per lucrare provvigioni sempre più corpose, facevano sottoscrivere agli ignari clienti investitori (senza fornire complete e precise informazioni al riguardo) polizze assicurative sulla vita emesse da una società inglese, attraverso un’agenzia di intermediazione svizzera, che venivano alimentate parte con capitale proprio dei clienti stessi e parte con capitale a debito reperito a mezzo di prestiti accesi presso filiali di banche estere situate in paradisi fiscali, pari fino a quattro volte la somma di denaro inizialmente erogata“.
In tale maniera, l’investimento perdeva la caratteristica di “prodotto assicurativo” e “a capitale garantito”, trasformandosi in un “prodotto finanziario ad alto rischio”, che, nel tempo e al contrario delle aspettative, ha avuto rendimenti disastrosi, causando la perdita di tutto il capitale investito, dal momento che gli interessi passivi del denaro mutuato finivano col fagocitarlo.
“Il particolare macabro dell’investimento – spiegano le Fiamme gialle – è che il rendimento viene calcolato sull’aspettativa di vita dell’ammalato assicurato: in pratica si scommette sulla morte altrui e così prima avviene il decesso, più alto è il rendimento“. Ovviamente le società estere che emettevano i prodotti in questione non erano abilitate ad effettuare alcun tipo di attività assicurativa in Italia e, di fatto, il modus operandi adottato dai responsabili della truffa consentiva di sottrarre loro e le società in questione da qualsiasi forma di controllo da parte degli organismi di vigilanza italiani, specie in caso di contenzioso con la clientela.
Fonte: Il Resto del Carlino (Articolo originale)