Unipol e Fonsai avviano il confronto sui concambi. I due gruppi assicurativi si preparano a vivere la settimana decisiva nella loro marcia di avvicinamento. Da oggi i rispettivi advisor saranno al lavoro per confrontare le stime sulle quali arrivare a determinare un possibile range dei valori con i quali giungere alla fusione finale a quattro tra Unipol assicurazioni, Fonsai, Milano assicurazioni e Premafin. Il tempo stringe. Le prossime riunioni dei cda di Premafin e Unipol, in programma per metà mese, dovrebbero licenziare le stime di massima da portare alle prossime assemblea societarie.
In attesa di definire le modalità degli aumenti di capitale in programma per Premafin, Unipol gruppo e Fonsai – e di determinare, nel concreto, il numero di nuove azioni da emettare in contropartita delle iniezioni di capitale già programmate – l’oggetto del confronto non è quello di formulare ipotesi vere e proprie di concambi quanto, piuttosto, di stabilire la “dote” che ciascuna società darà al valore economico complessivo dell’entità post-fusione. L’obiettivo di Unipol è di controllare la futura compagnia con una percentuale di capitale non contendibile (intorno al 65%, stando ai pour parler di queste settimane) ma certamente quella presa sul capitale non può che rappresentare la conclusione di una trattativa dall’esito non scontato.
Il patrimonio netto
Il confronto riguarda innanzitutto il patrimonio netto dei due gruppi da rettificare opportunamente in relazione alle riserve sinistri nei rami danni, al valore del portafoglio in essere (Vif) nel comparto vita, alla valutazione degli immobili. Ciascuna compagnia ha la propria storia, le proprie metodologie messe a punto nel corso degli anni con attuari e revisori contabili. Ora si tratta di giungere a una visione condivisa. Il cammino recente di Fonsai è stato segnato da forti discontinuità che, ad esempio, hanno portato a rivalutare negli ultimi due anni le proprie riserve sinistri per una somma imponente, oltre 1,3 miliardi. Quei numeri, testati a più riprese anche dall’Isvap (l’authority di vigilanza del settore) sono ora assimilabili e confrontabili con quelli di Unipol?
Gli immobili
Un altro tema riguarda il portafoglio immobiliare delle due società da valutare, anch’esso, in modo omogeneo. Su questo fronte, ad esempio, è da rilevare che la compagnia bolognese utilizza come advisor la società “Scenari Immobiliari”, proprio quella che Fonsai ha invece sostituito, dopo i dubbi sorti – e accreditati recentemente anche dal suo collegio sindacale – in merito alle perizie fornite nelle tante operazioni in conflitto d’interesse con le società della famiglia Ligresti.
In aggiunta a una comune visione dei rispettivi patrimoni netti, gli advisor dei due gruppi debbono anche puntare ad armonizzare la valutazione prospettica di Unipol e Fonsai quale emerge dai rispettivi piani industriali in una prospettiva stand alone. Cioè senza tener conto delle conseguenze della loro integrazione.
Anche in questo caso non mancano, come ovvio, approcci differenti. Ad esempio Unipol – è emerso anche nella sua recente assemblea degli azionisti – stima per i prossimi anni un trend molto positivo nel ramo della Rc auto con un combined ratio (rapporto tra spese e premi) stabilmente attestato intorno al 93 per cento. Anche Fonsai ipotizza un andamento favorevole nei conti dell’assicurazione obbligatoria ma con un combined ratio meno “euforico” (intorno al 96-97 per cento). Anche su questo gli advisor dovranno mettere a fattor comune le rispettive diversità per rendere accettabile alle rispettive platee di azionisti le stime finali dei concambi.
Autore: Riccardo Sabbatini – Il Sole 24 Ore (Articolo originale)