Primo incontro sulle valutazioni, i due gruppi lontani dall’accordo. Bologna punta a una trattativa separata: aumento di capitale da un lato, concambi dall’altro. La controparte non ci sta.
Un doppio summit per il maxi riassetto Unipol-Fondiaria Sai: uno in casa di Banca Leonardo tra Premafin e Unipol e l’altro in Goldman Sachs tra l’advisor e il vertice del gruppo FonSai. Sul tavolo le tecnicalità del potenziale prestito convertendo al servizio del maxi riassetto ma anche, evidentemente, il delicato tema dei concambi. Un aspetto cruciale per il proseguio dell’operazione Unipol-FonSai ma rispetto al quale non sarebbe ancora stato trovato un punto di contatto. Di più, su questo fronte, allo stato, le posizioni sarebbero particolarmente distanti e conciliarle in tempi stretti potrebbe rivelarsi un’impresa non semplice.
In virtù di questo Unipol vorrebbe separare le trattative, ossia procedere su quello che allo stato è l’aspetto più urgente, la determinazione del prezzo dell’aumento di capitale Premafin, e quindi, solo a valle, riaprire i colloqui sulla questione dei concambi assegnando però a FonSai una valorizzazione differente dalla valutazione che potrebbe emergere in sede di fissazione del prezzo per l’aumento della holding. Una posizione, quella di dividere i tavoli, che non incontrerebbe il favore della controparte convinta che concambi e prezzo dell’aumento di capitale siano un tema unico sul quale discutere perché entrambi parte integrante dell’accordo firmato il 29 gennaio scorso che imporrebbe una definizione complessiva del riassetto. Le prossime ore saranno quindi cruciali per capire se verrà trovata un’intesa almeno su come procedere nella trattativa. Appare in ogni caso incontrovertibile il fatto che il tema al momento più urgente sia l’aumento di capitale. Entro il 16 aprile Premafin dovrà trovare la quadra sul prezzo dell’iniezione di liquidità considerato che, per quel giorno, dovrà depositare la relazione in vista dell’assemblea per la ripatrimonializzazione convocata per il 17 maggio.
Resta il fatto che, a prescindere, la riunione di ieri in Banca Leonardo non è servita per mettere un punto fermo nei colloqui. Gli uomini di Unipol si sarebbero limitati ad ascoltare la prima linea di Premafin e l’advisor Leonardo & co. Da quel che trapela, però, la posizione della compagnia delle Coop sarebbe piuttosto intransigente: la holding vale in Borsa 120 milioni ma ha debiti per 400 milioni. Come a dire che riconoscere alla finanziaria un valore positivo sarebbe già uno sforzo. Come risaputo, il bilancio Premafin ha assegnato a ciascun titolo di Fondiaria Sai un valore di 3,95 euro che in trasparenza valuterebbe ciascun azione Premafin oltre gli 0,3 euro.
Cifra ritenuta eccessiva da Unipol che, come detto, avrebbe ben altre idee sul valore della holding. Questo a prescindere dall’eventuale valore da assegnare poi a Fondiaria Sai. La valutazione della compagnia dovrebbe seguire, nei desiderata di Bologna, un percorso diverso e non collegato a quello della holding. Su questo tema, la strada sembra essere in salita. Tanto che uscendo dall’incontro tenuto ieri in Goldman Sachs, l’amministratore delegato, Emanuele Erbetta si è limitato a dire: «Stiamo lavorando». Anche il direttore generale Piergiorgio Peluso è rimasto vago: «Non possiamo dire nulla». Aggiungendo poi che allo stato attuale non è ancora stato convocato alcun consiglio di amministrazione per lunedì 16 aprile.
Da capire, se la compagnia di Bologna ritenga troppo rotonda anche la valutazione che emergerebbe di FonSai analizzando il bilancio stesso del gruppo: 3,2 euro a titolo stando al patrimonio netto della società.
Autore: Laura Galvagni – Il Sole 24 Ore (Articolo originale)