Troppi cinghiali, troppi incidenti e troppi risarcimenti, troppo alti. Dopo trent’anni le Generali “mollano” la Provincia di Grosseto sulle assicurazioni sulla responsabilità civile verso terzi usate in caso di incidenti stradali provocati da animali selvatici.
Troppi cinghiali, troppi incidenti e troppi risarcimenti. Dopo trent’anni le Generali “mollano” la Provincia di Grosseto per le assicurazioni sulla responsabilità civile verso terzi in caso di incidenti stradali provocati da animali selvatici. E la Provincia è costretta ad andarsi a cercare un’assicurazione fin in Australia.
Succede nella “wild wild Maremma”, dove i 2mila chilometri delle strade provinciali sono attraversate più da cinghiali e daini che da cristiani e dove negli ultimi tre anni 301 di loro hanno mandato fuoristrada gli automobilisti di passaggio, causando danni più o meno gravi. Solo nel 2011 tre morti su strada sono state causate da cinghiali spuntati all’improvviso dalla macchia.
Un rischio che le assicurazioni non vogliono più prendersi e, soprattutto, non riescono più a contenere. Così, l’agenzia delle Generali, dopo l’ultimo contratto triennale, ha fatto un passo indietro. Il premio annuo di 256.713 euro, che poteva aessere aumentato di altri 90mila euro, non bastava a coprire le richieste di risarcimento. Dal 2009 al 2011 ben 625 automobilisti hanno avuto un incidente sulle strade provinciali. La metà, come detto, a causa degli animali, il resto per buche o altre cause.
È però quella metà a incidere di più sulla decisione delle Generali, che hanno deciso di passare la mano, e così la Provincia si è messa alla ricerca di una nuova compagnia. Ma non è stato facile trovarla. Dopo due aste deserte, il broker che lavora per la Provincia ha individuato tariffe molto competitive nell’australiana Qbe Insurance, uno dei primi 25 gruppi assicurativi del mondo, presente in 52 Paesi.
Le clausole della nuova assicurazione, però, sono un po’ cambiate. Con le Generali la franchigia era di 500 euro; con la Qbe di 5000. Dunque fino a quella cifra sarà la Provincia a metter mano al portafoglio.
Fonte: Il Tirreno (Articolo originale)