Obbligo di copertura assicurativa per responsabilità civile verso terzi per ogni struttura sanitaria; avvio dell’azione disciplinare verso il chirurgo solo se il fatto è stato commesso con dolo; istituzione di un fondo di solidarietà per il risarcimento delle vittime dell’alea terapeutica: sono alcune delle richieste avanzate dal Collegio italiano dei chirurghi, che sono state accolte dalle Istituzioni e riportate nel disegno di legge sulla responsabilità professionale.
“L’incremento continuo delle richieste risarcitorie – sottolinea il Collegio in una nota – ha provocato una crescente difficoltà dei singoli chirurghi e anche delle strutture sanitarie a reperire coperture assicurative adeguate, mentre i dati emergenti evidenziano una progressiva chiusura del mercato assicurativo verso il rischio clinico. Infatti, manca un sistema di gestione del rischio clinico a livello aziendale, regionale e nazionale, e non esiste un obbligo da parte delle strutture sanitarie di dotarsi di assicurazioni per eventuali responsabilità legate al difetto di organizzazione e violazione dell’obbligo di sicurezza nell’erogazione delle cure; fatto distinto da quello che fonda tutto l’impianto responsabile sulla negligenza, imprudenza ed imperizia del medico“.
Per il Collegio, infatti, la struttura sanitaria dovrebbe avere l’obbligo di dotarsi e dotare il chirurgo di un’assicurazione immediatamente operativa per la copertura di danni derivati dall’attività chirurgica svolta nella propria struttura. Tra le principali voci di interesse accolte nello schema della legge, il Collegio indica “l’istituzione in ciascuna Regione e Provincia autonoma di un albo dei consulenti tecnici d’ufficio attraverso la garanzia di un’idonea qualificazione certificata dalle Società scientifiche e l’individuazione all’interno delle aziende sanitarie pubbliche o private di una guida di risk management“. Il presidente e il consiglio direttivo del Collegio si augurano quindi “che in breve tempo si giunga all’approvazione del provvedimento“.
Fonte: Libero Quotidiano / Adnkronos Salute (Articolo originale)