Prima la cura dimagrante imposta a tutte le Authority dal decreto salva-Italia con la stretta sui componenti. Ora, però, per l’Isvap (il regulator delle assicurazioni) e la Covip (l’Autorità di vigilanza sui fondi pensione) potrebbe arrivare l’addio definitivo. Al progetto, già molto avanzato, stanno lavorando il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera (nella foto) – il cui dicastero ha conservato alcune competenze in materia assicurativa dopo il rafforzamento dell’Isvap deciso dal Dl 373/98 – e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Antonio Catricalà.
L’idea è quella di trasferire le competenze delle due Authority alla Banca d’Italia – che diverrebbe il regolatore unico in materia di stabilità degli operatori (bancari, assicurativi e finanziari) – e di confermare, rafforzandole, in capo a Consob e Antitrust, le funzioni relative, rispettivamente, alla trasparenza e alla concorrenza sul mercato. Resta, a questo punto, da scegliere lo strumento (un decreto o un disegno di legge) per condurre in porto un riassetto, già sperimentato, ma senza successo, nelle precedenti legislature.
L’ultimo tentativo risale al 2007. Quando il Governo Prodi fece approvare un progetto di riforma – predisposto dall’allora sottosegretario Enrico Letta, già ministro dell’Industria – che prevedeva, tra l’altro, la rivoluzione dei criteri di nomina dei futuri vertici delle Autorità (eccetto Banca d’Italia) e, appunto, la cancellazione di Isvap e Covip. Il Ddl fu licenziato da Palazzo Chigi il 2 febbraio, ma nessuno avrebbe immaginato il finale. Assegnato alla commissione Affari costituzionali del Senato – relatore Massimo Villone – il provvedimento naufragò per mano dello stesso senatore ulivista. Che stroncò il Ddl in commissione sostenendo che produceva una lievitazione dei costi e una duplicazione delle strutture. Né il Governo né la maggioranza si batterono per salvarlo e la riforma morì con la legislatura, come pure il progetto dell’esecutivo di affidare, al disegno di legge sul credito al consumo, il de profundis della sola autorità guidata da Giancarlo Giannini.
Né ebbe miglior sorte il tentativo, fatto viaggiare l’anno prima nel Ddl di riforma della legge sul risparmio. Che, almeno nella sua originaria formulazione, firmata dall’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti, decretava la scomparsa di Isvap e Covip trasferendone parte delle competenze alla Autorità per i mercati finanziari (Amef), di nuova costituzione e mai decollata, e parte a Bankitalia. Nel corso della navigazione parlamentare, però, il progetto fu accantonato. Anzi, per qualche settimana, fece capolino l’idea di ampliare le funzioni della commissione presieduta da Antonio Finocchiaro, affidandole il ruolo di supervisore esclusivo sui fondi pensione.
D’altronde, già nel 2002, il ministro della Funzione pubblica Franco Frattini ebbe modo di sperimentare la difficoltà di mettere mano al sistema per razionalizzare Autorità e funzioni. Il riordino – che non riguardava Bankitalia – era stato messo a punto da una commissione ad hoc, guidata da Lamberto Cardia, e avrebbe dovuto portare a conservare solo cinque authority (Consob, Antitrust, Privacy, Sciopero e Telecomunicazioni), a trasformarne altre in agenzie nazionali e a sancire la fine dell’Isvap e, dopo un periodo di transizione, della Covip. Tanti progetti, quindi, ma nessuno in grado finora di tagliare il traguardo.
Autore: Cristina Dominelli – Il Sole 24 Ore