Opinione della Settimana

Maxi fusione Unipol-FonSai, spunta soluzione di compromesso

Rinviare l’integrazione di Milano farebbe avvicinare le parti sul concambio

Spunta una soluzione per accorciare la distanza tra Ugf e FonSai sul concambio del maxi-polo assicurativo: rinviare in un secondo tempo l’assorbimento della Milano Assicurazioni. Con questo escamotage si potrebbero guadagnare una decina di punti percentuali, avvicinandosi al 66,7% posto dal gruppo Unipol tra le condizioni per effettuare l’operazione, sulla quale non avrebbe un impatto dirompente l’eventuale fallimento di Sinergia e Imco.

Ieri ci sarebbero state una serie di riunioni sul riassetto, in vista dei consigli di FonSai (domani) e Milano (dopodomani) che dovranno esprimersi sulla proposta della compagnia bolognese inoltrata a Premafin l’altro giorno, che prevede la sottoscrizione delle nuove azioni della holding ad un prezzo massimo di 0,195 euro accettata dalla controparte, sia pure con riserva.

In particolare, si sarebbe tenuto in serata un vertice tra Goldman, Citi e i legali consulenti di FonSai in preparazione di una riunione in programma oggi tra i consiglieri indipendenti e gli advisor della compagnia. In parallelo si dovrebbe tenere anche una riunione tra Rotschild, il professor Angelo Provasoli e gli indipendenti della Milano. Secondo le elaborazioni formulate, in casa FonSai scaturisce un concambio del 55,7%, mentre nella Milano del 53%.

L’ipotesi di rimandare ad un secondo momento l’incorporazione della controllata sarebbe anche la conseguenza dell’interpretazione in toto del penultimo paragrafo della proposta Ugf che “pone come condizione per la solvibilità di Premafin-FonSai di ricorrere a certe condizioni al progetto di integrazione FonSai-Unipol assicurazioni-Premafin al quale verrà invitata a partecipare la Milano“. Un passaggio che riflette i termini della lettera d’intenti tra Bologna e la holding del 29 gennaio.

Nell’istanza depositata all’Isvap si fa riferimento a una fusione comprendente la Milano che, non trovandosi in condizioni finanziarie e reddituali instabili, potrebbe restare autonoma per 1-2 anni senza che l’Authority abbia da ridire. Inoltre, tenerla autonoma porterebbe ad un atteggiamento di disponibilità dei suoi consiglieri indipendenti.

Intanto la famiglia Ligresti precisa di possedere il 51,287% di Premafin, “contrariamente a quanto riportato da alcuni organi di stampa“, dettagliando la suddivisione della quota: il 10,349% è detenuto da ciascuna delle tre holding lussemburghesi dei figli di Salvatore (Limbo Invest, Canoe Securities, Hike Securities) e il 20,225% è detenuto dalla Starlife. A Giulia Ligresti fa inoltre capo un ulteriore 0,017%.

Fonte: Il Messaggero

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