Opinione della Settimana

Unipol-FonSai, stallo sui concambi

Il consiglio di amministrazione di Fonsai prende tempo. Al termine di una lunga riunione, mentre si abbattevano sulla società le nuove iniziative della magistratura e il collegio sindacale ipotizzava (in risposta alle richieste della Consob) scenari di commissariamento ed esprimeva dubbi sulla partecipazione di Premafin nel progetto di integrazione con Unipol, gli amministratori del gruppo assicurativo hanno approvato la marcia di avvicinamento a Bologna e la validità del progetto industriale dell’operazione, soprattutto evitando di prendere in considerazione ipotesi alternative.

Ma al tempo stesso hanno ritenuto che il valori sui quali per Unipol deve avvenire il matrimonio tra i due gruppi – con una presa della compagnia emiliana intorno 66,7% del gruppo post integrazione – siano ancora distanti dalle ipotesi formulate al consiglio dagli advisor (Citi e Goldman Sachs) che hanno assistito gli amministratori indipendenti nelle loro valutazioni. E ha dato quindi mandato ai manager di trattare per migliorare i termini dell’operazione. In discussione non vi è soltanto la distanza in assoluto tra le valutazioni della compagnia emiliana e quella dei due advisor – collocherebbero la forchetta alta delle loro stime sulla quota di Unipol nella società post-fusione intorno al 60% – ma anche la ripartizione del capitale che spetterebbe ai soci di minoranza delle tre entità candidate all’integrazione (Fonsai, Milano Assicurazioni e Premafin).

I tempi per una trattativa sono strettissimi, entro il fine settimana, e si lavora anche per migliorare il capitolo del debito che da Premafin verrebbe trasferito al gruppo assicurativo. Intanto per i rilievi dell’Isvap relativi alla relazione sulle retribuzioni («inadeguata») la materia non verrà portata alla prossima assemblea degli azionisti ma ad un successivo meeting. Cionondimeno, in risposta alle richieste della Consob, sono emersi nuovi particolari su come Fonsai ha remunerato i suoi manager e favorito i suoi storici azionisti di controllo (i Ligresti). In particolare i 10 milioni di retribuzione all’ex ad Fausto Marchionni sono stati corrisposti anche fronte di un «accordo di riservatezza». Nel periodo 2003-2010 Fonsai ha pagato per 4,8 milioni le sponsorizzazioni di Laità, società dei Ligresti che possedeva Toulon, il cavallo di Jonella. Il patron Salvatore – è ancora emerso – ha ricevuto altri 2,25 milioni (in aggiunta ai 40 già noti) per consulenze, alcune delle quali in conflitto di interesse.

E veniamo ai sindaci. Le loro indagini sui fatti censurabili della allegra gestione dei Ligresti sono ancora in corso ma già «sufficienti a fondare il sospetto di gravi irregolarità» e rilevanti far scattare il commissariamento della società da parte dell’Isvap. È quanto ha scritto, nei giorni scorsi, il collegio sindacale all’organo di vigilanza aggiungendo, peraltro, che la «piena certezza» sull’effettiva sussistenza delle irregolarità ed «alla misura di eventuali danni in capo alla società» potrà essere raggiunta solo al termine delle verifiche in corso.

È uno del passaggi chiave dell’ampia nuova documentazione (99 pagine) fornita ieri dai sindaci in previsione dell’assemblea annuale degli azionisti (24 aprile) ed in risposta alla Consob. Per la prima volta da parte dell’organo di controllo si prospetta l’eventualità di un commissariamento (art.238 del codice delle assicurazioni) e di un’azione di responsabilità a carico degli amministratori. Non è l’unico messaggio forte contenuto nella nuova documentazione dalla quale si evincono anche le preoccupazioni dei sindaci sulla fusione Premafin. Fonsai – osservano – «si troverebbe ad assumere il pesante indebitamento» della controllante «non controbilanciato da corrispondenti valori dell’attivo patrimoniale».

Autore: Riccardo Sabbatini – Il Sole 24 Ore (Articolo originale)

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