Il mondo finanziario si arricchisce continuamente di soluzioni che moltiplicano l’offerta ai clienti. Anche i servizi assicurativi, non pensando alle sole polizze di investimento, probabilmente entreranno stabilmente nel “portafoglio” dei risparmiatori. La chiave per aprire questa porta sarà sicuramente il concetto di lifestyle protection. Una protezione assicurativa riservata a eventi “importanti”, come il caso morte o la perdita del lavoro, per il mutuo casa, ma anche per la protezione di elementi meno appariscenti, che comunque connotano lo stile di vita. Per illustrare le caratteristiche di questo particolare settore assicurativo, “Plus24” ha sentito Carlo Cortella (nella foto), direttore generale, Sud ed Est Europa di Genworth Financial – Lifestyle Protection.
Le assicurazioni di protezione dello stile di vita possono rientrare all’interno di un più moderno concetto di asset allocation?
Devono rientrarvi. In un’economia che non cresce il rischio di perdita dell’impiego per un lavoratore dipendente è purtroppo molto concreto. E una malattia o un infortunio possono pregiudicare per un lavoratore autonomo la capacità di produrre reddito. In una situazione come quella attuale, il fatto che una piccola fetta dei propri investimenti vada a coprire questi rischi è molto sensato, perché eviterà di dover attingere ai risparmi per far fronte alle necessità quotidiane. Le nostre statistiche di portafoglio indicano che, una volta perso il lavoro, la disoccupazione dura più di nove mesi, un periodo lungo da fronteggiare, per il quale è importante disporre di un paracadute assicurativo.
Cosa offre la lifestyle protection insurance ai consumatori? Quali sono le voci più “richieste” di questo tipo di assicurazioni?
C’è un grande gap di protezione da colmare. Non sorprende, perché l’Italia è un paese strutturalmente sotto-assicurato. I prestiti e i mutui sono al momento gli impegni di spesa per i quali vi è maggiore sensibilità o conoscenza assicurativa. Esistono però molte altre soluzioni di protezione dei pagamenti ricorrenti che riguardano la vita di tutti i giorni, ma il pubblico ne sa ancora poco.
Ci sono poi delle possibilità particolarmente innovative legate a forme di consumo che non si pensava potessero essere assicurate: dagli abbonamenti alle pay tv alle palestre. Si tratta di offerte che incontrano il favore del pubblico?
Sì, quando il pubblico ne è messo a conoscenza da chi le propone, trattandosi generalmente di polizze distribuite in forma collettiva. Le spese per palestra, affitto, scuola, telefono, gas, pay tv, abbonamento allo stadio forniscono i mattoni con i quali si costruisce il nostro tenore di vita quotidiano. Queste spese possono essere assicurate in caso di perdita del lavoro o di una malattia più o meno grave, e sta alla lungimiranza del fornitore proporre la protezione insieme al proprio prodotto o servizio. È un interesse per il consumatore, ma anche per il fornitore del servizio che in tal modo protegge la continuità del suo business.
La lifestyle protection insurance è un sintomo della crisi dello stato sociale?
È una delle possibili risposte. La lifestyle protection non può e non vuole sostituire lo Stato sociale, che è ben altra cosa, ma insieme ad altre forme di assicurazione nell’ambito della sanità o della previdenza integrativa potrà aiutare lo Stato a sostenere la collettività in un momento di crescente bisogno.
Fonte: Plus24