Con la possibilità di attribuire un valore giurìdico al dato digitale, si possono finalmente gestire in maniera totalmente elettronica i documenti. L’ultima frontiera è la firma biometrica. Vale a dire il riconoscimento e la certificazione della firma apposta su una tavoletta digitale che rileva dati come pressione, velocità, ritmo, movimento aereo e impronta olografa. Ogni firmatario verrà immediatamente identificato grazie alla memorizzazione e all’incrocio di questi 5 parametri.
Marco Donnamaria è il direttore marketing di Idm, società che si occupa di outsourcing dei processi documentali per le compagnie assicurative. La società (500 dipendenti e un fatturato di 30 milioni) la sta testando. «Cambierà radicalmente il modo di lavorare delle reti vendita — afferma —. Da nostre stime se una compagnia decide di sigiare i contratti in questa modalità, in un triennio avrà un risparmio del 50%. Il passo ulteriore sarà l’abbinamento della firma biometrica con i tablet». Ovvero: portabilità più dematerializzazione.
Fonte: CorrierEconomia