Opinione della Settimana

Lloyds in rosso sulle polizze truffa

L’istituto accantona un altro miliardo di sterline e chiude il trimestre in perdita per 144 milioni. Gli indennizzi della clientela costeranno oltre 5,3 miliardi

Piazzare ai propri clienti assicurazioni di fatto inesigibili può costare caro. Carissimo a dare retta a Jp Morgan-Cazenove secondo cui Ppi – payment protection scheme – forme di garanzia a tutela dei mutui ipotecari, potranno pesare 15 miliardi di sterline sui bilanci bancari delle big five britanniche. Stima che va oltre quella consolidata che fissa in 10 miliardi il costo globale. Da ieri s’è saputo che la metà almeno zavorra le casse di Lloyds group (nella foto, il quartier generale di Londra). Il più grande istituto retail del Paese ha annunciato nella trimestrale diffusa ieri di aver accantonato un altro miliardo di pound portando a quota 5,3 il tesoretto da ridistrubuire ai clienti per indennizzarli di polizze collocate per “errore“. Una dinamica che ha spinto in basso i conti del terzo trimestre in rosso di 144 milioni di sterline a fronte della perdita che, nello stesso trimestre del 2011, superò i 600 milioni di sterline.

Il caso delle assicurazioni sui mutui continua ad oscuare i margini di ripresa delle banche britanniche. Nel caso Lloyds in particolare visto che se la stima di Jp Morgan Cazenove fosse corretta i 5,3 miliardi accantonati fino ad ora salirebbero a 7,5 confermando che la metà dei costi globali sono destinati comunque a pesare sulle casse della banca guidata da Antonio Horta Osorio. Uno scenario che non spaventa troppo gli investitori visto che il titolo è cresciuto del 7% sull’onda di considerazioni legate all’andamento tendenziale dell’istituto che appare in rapida uscita dai guai peggiori. «Crediamo che la società stia facendo straordinari progressi – ha commentato Gary Greenwood analista di Shore capital – come dimostra l’andamento underlying del business». Lloyds group, lo ricordiamo, è nato dalla fusione in pieno credit crunch fra Lloyds bank e Hbos ed è stato travolto subito dopo dall’aggravarsi della crisi. È stato salvato dal Tesoro che oggi controlla più del 40% del capitale.

Eppure l’onda lunga dei cittadini che chiedono gli indennizzi continua a crescere con più di mezzo milione di richieste già arrivate sul tavolo dell’ombudsman. Un trend che costringe le banche a rivedere costantentemente le somme accantonate. La scorsa settimana era toccato a Barclays che ha dovuto trovare altri 700 milioni nella trimestrale portando a quota 2 miliardi la somma destinata alla clientela. Hsbc, Santander e Rbs hanno evidenziato 3,1 miliardi in bilancio. Esposizioni che complessivamente indicano il conto finale di 10 milairdi di sterline, conto che, come detto, potrebbe lievitare di almeno altri cinque miliardi. Se i 15 miliardi di indennizzi immaginati da Jp Morgan Cazenove fossero raggiunti saremmo ancora molto lontani dai volumi generati dai payment protection scheme. Introdotti nel 2001 per garantire il pagamento delle rate di mutuo, i Ppi hanno raggiunto un volume di vendite che supera i 30 miliardi di sterline, il doppio di quanto nello scenario peggiore, le banche dovranno ripagare.

Autore: Leonardo Maisano – Il Sole 24 Ore

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