I fondi pensione preesistenti e l’assenza di un obbligo a mettere online i proprì bilanci. La soluzione? L’authority Covip potrebbe inserire i conti economici sul proprio sito
Bilanci in chiaro. Sul web. È una vecchia battaglia di questo giornale che ha raggiunto discreti risultati soprattutto nell’ambito delle Casse di previdenza: tutti gli enti (a parte i notai) hanno infatti i bilanci in Rete con annesse relazioni dei sindaci e dei revisori contabili. Siamo nell’ambito del primo pilastro previdenziale.
Quando invece andiamo sul versante della pensione integrativa, le cose cambiano. In tale settore, c’è meno trasparenza allorché focalizziamo l’attenzione sui fondi “preesistenti” ovvero quelli nati il 15 novembre 1992. Non parliamo di strumenti finanziari marginali: secondo la relazione 2011 della Covip, i preesistenti sono 363 e gestiscono ben 43,9 miliardi. Inoltre coinvolgono tra iscritti (664.957) e pensionati (130.563) quasi 800mila persone di tutti i settori: dai bancari, ai giornalisti, fino ai dipendenti delle case da gioco. Un mondo grande e variegato che nell’ultimo anno ha visto alcune criticità come evidenziato da “Plus24” del 3 marzo 2012.
L’attendismo Covip
Già in quell’occasione avevamo suggerito alla Covip l’emanazione di una semplice circolare per obbligare i fondi pensione preesistenti, dotati di sito web, a mettere in chiaro i bilanci consuntivi con la relazione degli organi di vigilanza (interni ed esterni).
Da allora cosa è cambiato? Assolutamente niente. Dalla Covip fanno sapere che non si è ritenuto necessario obbligare i fondi pensione preesistenti a mettere online i bilanci; l’importante è che l’iscritto ottenga informazioni puntuali sui suoi investimenti, cosa che avviene. Se l’iscritto vuole poi il bilancio basta chiederlo.
Soluzione quotate
C’è chi ne fa una questione di costi: molti fondi pensione preesistenti sono piccoli e hanno necessità di risparmiare sulla struttura. Ma, per le spese, le obiezioni sono due. La prima riguarda le aggregazioni: non si capisce perché debbano esistere più strutture previdenziali per una medesima categoria di lavoratori (addirittura all’interno dello stessa azienda o gruppo bancario). È noto che le economie di scala ridurrebbero i costi e anche un po’ di poltrone nei cda.
C’è una seconda obiezione al problema costi: come la Consob (authority dei mercati finanziari) mette sul suo sito tutti i bilanci e i documenti delle società quotate, così potrebbe fare la Covip sul proprio sito web; dove c’è un elenco dei preesistenti con indirizzo e numero di albo ma senza i bilanci di ciascun fondo pensione. Documento che Covip riceve in modo sistematico. Alla fine sarebbe sufficiente un semplice Pdf.
Autore: Vitaliano D’Angerio – Plus24