Dal 13 agosto diventa obbligatoria la polizza per la responsabilità civile. Ecco come broker e compagnie si stanno attrezzando per fare breccia
Il calo degli spread porta ossigeno nei conti delle compagnie. Il fatturato del settore, però, è in decisa frenata. L’industria delle polizze archivia il 2012 con un marcato calo della raccolta. In base alle rilevazioni dell’Ania, nei primi nove mesi del 2012 i premi sono stati pari a 75,6 miliardi euro, il 7,7% in meno rispetto al corrispondente periodo del 2011. Ha frenato soprattutto il vita (-10,2%, a 50,4 miliardi), ma una flessione del 2,1% è stata accusata anche dai rami danni, che si sono attestati a 25,2 miliardi. La tendenza è proseguita negli ultimi mesi del 2012 e, almeno per il vita, anche nel 2013 le prospettive non sono brillanti.
Allargamento
Nei danni, invece, un nuovo settore di attività si svilupperà con l’introduzione, il 13 agosto prossimo, della polizza obbligatoria di rc professionale, che rimborsa i danni procurati a terzi per errori commessi nello svolgimento dell’attività. L’obbligo riguarda circa 1,8 milioni di professionisti iscritti a ventotto albi e ordini. Si stima che circa la metà degli operatori sia già assicurata, per cui il bacino potenziale va da 800 mila a un milione di nuovi contratti. «Per molte professioni, la polizza non rappresenta una novità — spiega Roberto Manzato, direttore vita e danni non auto dell’Ania —. Quindi dal lato dell’offerta si è trattato di mettere a punto un catalogo di soluzioni già esistenti. In vista della scadenza non si riscontrano punti critici rilevanti ma in alcuni casi andrebbero definiti alcuni parametri, come il massimale minimo di copertura».
Una vera e propria emergenza, con forti difficoltà a trovare coperture, caratterizza il settore della rc sanitaria, sia per le aziende ospedaliere che per i liberi professionisti. «Nelle altre categorie la situazione è decisamente meno difficile, anche se vi sono criticità per alcune categorie come giornalisti e spedizionieri doganali — sostiene Fabrizio Callarà, amministratore delegato di Aec, uno dei broker più presenti in questo settore —. Molti ordini stanno facendo convenzioni per offrire ai propri iscritti coperture che rispettino l’obbligo. Noi, ad esempio, abbiamo accordi con geologi e agrotecnici».
La scelta
Sulla clientela esistente i premi assicurativi sono in calo. «Le tariffe sono commisurate al fatturato degli studi professionali, che nel 2012 secondo alcune stime è diminuito dal 20% al 40% — dice Callarà —. Nella sottoscrizione bisogna fare molta attenzione alla retroattività della garanzia. Deve comprendere anche le richieste di risarcimento pervenute prima della sottoscrizione della polizza e dev’essere di almeno un quinquennio, a meno che non si tratti di un professionista a inizio attività. Per evitare problemi da questo punto di vista, non conviene cambiare compagnia tutti gli anni. La franchigia, cioè la quota di danno che in caso di sinistro rimane a carico dell’assicurato, non dev’essere superiore al 5% del fatturato».
«Bisogna affidarsi a un intermediario qualificato, in grado di proporre una copertura adeguata a un costo accessibile — aggiunge Vincenzo Cattaneo, titolare di Sib (Società italiana brokers) —. La franchigia permette di ottenere risparmi anche sino al 50%, ma non dev’essere sproporzionata rispetto alle dimensioni dello studio. In pratica, non deve superare l’importo che il professionista può accollarsi senza eccessivi problemi».
Fra le compagnie leader in questo settore vi è Aig. «L’obbligo assicurativo rappresenta un’importante opportunità per una compagnia come la nostra, che ha una quota importante di questo mercato — sottolinea Marco Dalle Vacche, rappresentante generale in Italia di Aig Europe —. Per operare in questo settore occorrono prodotti evoluti e un efficiente servizio di gestione dei contratti, come la piattaforma web che offriamo nella partnership con la Cassa nazionale del notariato. Siamo presenti in tutti i segmenti di questo mercato, esclusa per il momento la rc sanitaria, in cui pensiamo di entrare nei prossimi mesi».
Autore: Roberto E. Bagnoli – CorrierEconomia